Davanti alla prospettiva di lasciare
il figlio di nemmeno un anno in un albergo fuori dal Villaggio
Olimpico e non poterlo tenere con se per allattarlo, Ona
Carbonell, due medaglie olimpiche nel nuoto sincronizzato, ha
dovuto decidere se partecipare ai suoi terzi Giochi o
rinunciarvi. Alla fine ha prevalso la passione per lo sport e la
sincronette, 31 anni, vivrà i Giochi di Tokyo lontana dal
compagno Pablo e dal piccolo Kai.
Le famiglie degli atleti non possono partecipare alle
Olimpiadi. Gli organizzatori hanno fatto un'eccezione per i
bambini allattati al seno, dopo le critiche arrivate da alcune
mamme-portive. Ma i neonati non possono soggiornare nel
Villaggio Olimpico e devono essere ospitati in strutture
private, come gli hotel. Condizioni che alla fine hanno dissuaso
Ona Carbonell dal portare il suo compagno e il figlio in
Giappone. "Quando ho dato alla luce Kai e mi stavo riprendendo
per partecipare ai Giochi, la prima cosa che ho chiesto è se
potevo portarlo perché lo stavo allattando e mi hanno detto di
no - ha spiegato sui social, in un video in cui appare mentre
allatta il suo bambino - Qualche settimana fa alcune sportive
hanno denunciato sulle reti la nostra difficile situazione che
consiste nel dover scegliere tra l'allattamento al seno, la vita
familiare e le Olimpiadi". Dopo aver parlato con le autorità
sportive spagnole e aver scritto al Cio per spiegare la sua
situazione, "due settimane fa, mi hanno risposto che potevo
andare in Giappone, ma alle condizioni stabilite dal governo
giapponese": Pablo e Kai in un albergo "che non sapevamo quanto
sarebbe stato lontano dal Villaggio Olimpico e che non avrebbero
potuto lasciare durante i 20 giorni che avrei trascorso a
Tokio". Condizioni "incompatibili con una performance ai Giochi
Olimpici" che l'hanno convinta a rinunciare alla famiglia.
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