L'ex presidente del Comitato olimpico
brasiliano (Cob) Carlos Arthur Nuzman è stato condannato a 30
anni, 11 mesi e otto giorni di carcere con l'accusa di aver
pagato tangenti affinché Rio de Janeiro fosse scelta come sede
dei Giochi olimpici e paralimpici del 2016.
Il tribunale penale di Rio lo ha ritenuto colpevole dei reati
di corruzione, organizzazione criminale, riciclaggio ed evasione
valutaria. Sono stati condannati anche l'ex amministratore
delegato di Rio 2016, Leonardo Gryner (13 anni e 10 mesi) e l'ex
governatore di Rio de Janeiro, Sergio Cabral (10 anni e otto
mesi), che si trova già in carcere per altre accuse.
Nuzman era stato arrestato nell'ottobre 2017 in un'indagine
chiamata operazione 'unfair play' con l'accusa di aver avuto un
ruolo centrale nell'indirizzare la somma di due milioni di
dollari al senegalese Lamine Diack, ex membro del Cio, il quale
avrebbe poi veicolato un certo numero di voti su Rio. In questo
modo la città brasiliana avrebbe superato le rivali Chicago,
Madrid e Tokyo, per diventare la prima sede sudamericana delle
Olimpiadi.
"Ha dedicato la sua carriera pubblica a rendere Rio de
Janeiro la città sede delle Olimpiadi. Tuttavia, nonostante tale
responsabilità sociale, ha scelto di agire contro la moralità e
la proprietà pubblica", ha scritto il giudice Marcelo Bretas
nella sentenza, in cui si legge anche che l'ex presidente del
Cob tra luglio 2014 e settembre 2017 aveva "nascosto e occultato
l'origine e la proprietà di 16 chili d'oro". Cabral, dal
carcere, aveva ammesso al giudice due anni fa di aver pagato
circa due milioni di dollari in cambio di un massimo di sei voti
dai membri del Cio che hanno assegnato a Rio i Giochi Olimpici e
Paralimpici del 2016 nella sessione a Copenaghen nell'ottobre
2009.
"Il giudice lo ha condannato senza prove", ha detto
l'avvocato di Nuzman, Joao Francisco Neto, anticipando
l'intenzione di presentare ricorso. Oggi 79enne, Nuzman si era
dimesso dal Cob quattro anni fa, pochi giorni dopo il suo
arresto.
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