Tra una Serie A che sgomita e fa l'occhiolino a un modello inglese stile Premier e una Lega nazionale dilettanti che naviga verso il commissariamento, l'autunno del calcio italiano si fa caldissimo. E il presidente della Figc Gabriele Gravina, preferisce riderci sopra per non piangere: "Qualche presidente di Serie A vuole uscire dalla Figc come fatto dalla Premier League? Se qualcuno ha perso la propria capacità di esercizio del potere nella Figc e pensa di sviluppare rancore offuscando la logica di altri soggetti, che dovrebbero reagire in maniera più decisa, mi amareggia. Ma rispondo solo con un sorriso invitando a studiare di più", ha replicato oggi il numero uno federale a Sport Industry, talk online organizzato da Rcs Academy. Un sorriso che però "copre l'amarezza - ha anche specificato Gravina - per l'incapacità di qualche soggetto nel sapere fare proposte progettuali differenti dalla semplice ricerca di una foglia di fico per coprire le proprie responsabilità". Dal canto suo, la Lega di A fa quadrato e punta il dito contro la politica. Prima con il numero uno Paolo Dal Pino che dallo stesso consesso tuona: "Lasciando perdere la totale assenza del Governo verso calcio con ostracismo inspiegabile, anche noi con un piano industriale dobbiamo dare credibilità al cambiamento nel nostro mondo". Poi con l'amministratore delegato Luigi De Siervo che dal Social Football Summit di Roma rincara la dose e fa appello al premier Mario Draghi "affinché si chiuda la parentesi di populismo e venga dato il giusto aiuto al calcio". Toni critici anche nei confronti dei calciatori, definiti dall'ad di Lega "egoisti" e "una categoria di privilegiati", auspicando che in sede di rinnovo del prossimo contratto collettivo gli stessi calciatori siano invece "vincolati ai risultati economici della squadra con i quali sono sotto contratto". A braccetto con via Rosellini, il leader della Liga spagnola Javier Tebas sottolinea: "La Serie A - le parole del manager iberico - deve essere consapevole che è la competizione europea con più margini di crescita e che è quella che di più può avvicinarsi alla Premier League", anche se "deve adottare misure importanti nella governance". Dati alla mano, secondo De Siervo "una Superlega porterebbe una diminuzione del 30% dei ricavi e sarebbe insostenibile per le Leghe nazionali". Ma la soluzione non può essere una Serie A slegata dalla Figc: "Se il modello è quello della Premier League io sarei felicissimo - ironizza Gravina - è fuori dalla federcalcio inglese, ma la FA ha diritto di veto su tutto. Se la richiesta è di essere commissariati, basta far richiesta, noi interveniamo". Dalla provocazione alla realtà il passo è breve, visto che il commissariamento potrebbe essere davvero il destino della Lega Dilettanti dopo le dimissioni di Cosimo Sibilia. Il tutto dopo che la Federcalcio ha ricevuto oggi dal Collegio di garanzia presso il Coni un parere richiesto sulla vicenda. All'interno, ci sarebbero anche quegli elementi "critici" che darebbero la possibilità legale alla Figc di procedere all'atto di forza per arrivare alle modifiche statutarie attraverso la nomina di un commissario che traghetti la lega alle prossime elezioni del 22 gennaio in trasparenza e svincolata dalla passata governance. Lo stabilirà il Consiglio federale straordinario indetto per domani pomeriggio.
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