Scene da guerriglia urbana, con feriti, tifosi fermati, altri rispediti a casa. L'attesa per la finale di Conference League a Tirana tra la Roma e il Feyenoord ha trasformato la capitale albanese in un campo di battaglia con scontri, nella tardi serata di ieri, fra tifosi e forze dell'ordine. Questa mattina la situazione sembra tornata alla normalità, con una schiera di agenti (2800 in totale) pronti a presidiare ogni strada di accesso verso i punti nevralgici della città e lo stadio Arena Kombetare. Ma visto che all'aeroporto 'Madre Teresa' sono in arrivo 176 voli fra i quali 36 charter dei tifosi delle due squadre, ci si chiede quanto durerà questa 'tregua'.
L'allarme sicurezza rimane quindi alto, così come la guardia delle forze dell'ordine. Intanto sono stati dimessi dagli ospedali cittadini tutti coloro che erano rimasti feriti negli scontri, in totale 30 persone: tre tifosi della Roma e quattro del Feyenoord, tre persone di nazionalità albanese e 20 poliziotti. La nota confortante è che tra loro ci si sia l'agente il cui stato di salute ieri era stato definito grave. A dare il via alle violenze erano stati i supporter del Feyenoord, molti dei quali in stato di ebbrezza, con tre diversi 'focolai' di incidenti in altrettante zone della città. Poi anche i romanisti, con scontri nei pressi della sede della polizia a dieci minuti dallo stadio. Altri 48 sono stati fermati a bordo un bus sui cui sono stati trovati coltelli, bastoni e oggetti contundenti di metallo, come cric e spranghe, oltre a fumogeni.
Uno di questi teppisti, secondo quanto riferito dal vicedirettore della polizia albanese Albert Dervishi, ha ferito un agente con una coltellata. In nottata i 48 ultrà della Roma e gli altri tre rimasti feriti negli scontri sono stati portati a Durazzo e rimandati in Italia, in quanto "persone non gradite", a bordo di un traghetto. Stessa sorte, ma questa volta il rimpatrio è stato via aerea, per dodici fans olandesi. Un segnale, questo, che qui comincia a essere applicata la linea della tolleranza zero. E infatti, dopo aver rinnovato l'appello ad evitare "violenze inutili che nulla hanno a che vedere con lo sport", ha voluto chiarirlo il vice DG della Polizia albanese. "Ai cittadini italiani e olandesi faccio un altro appello - le parole di Dervishi -, quello di comportarsi come cittadini europei. Qui la legge sarà rigorosamente rispettata e applicata, e faccio presente che non obbedire agli ordini della polizia e gli attacchi alle forze dell'ordine sono reati che secondo la legislazione albanese vanno condannati con una pena fino a sette anni di reclusione". "Siamo impegnati - ha aggiunto - ad opporci a ogni atto di violenza, a garantire l'ordine e la sicurezza e il normale svolgimento della partita di questa sera".
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