"O il calcio lo si intende come
un'impresa, e purtroppo in Italia lo è a metà, o non si va da
nessuna parte. I fondi sono una cosa importantissima, ma i fondi
di solito devono investire in un settore per dare redditività ai
propri investitori. In qualche modo sottraggono redditività al
settore stesso, perché non lo fanno gratuitamente". Lo ha detto
il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, intervenuto
durante l'evento "Merger & Acquisition Summit 2023" organizzato
dal Sole 24 Ore.
"Perché io sono sempre stato contrario? Primo perché di calcio
non capiscono nulla, se non ci stati dentro puoi chiamare i più
grossi manager e fare la media company ma non è detto che ti
assicurino il risultato - ha proseguito -. Cosa mi dà fastidio
nella Lega Serie A? Che le proprietà non sono presenti. Sulla
governance in Lega siamo scarsi perché ci mancano persone
preparate per farlo. Ma le persone preparate per farlo le devi
scegliere dopo che hai fatto un programma. Il problema grosso di
cui nessuno mai parla è la pirateria. Finalmente adesso
sembrerebbe che a maggio esca questa nuova legge contro la
pirateria. Puoi mettere tutti i manager più bravi, ma i fondi
quando vedono che non c'è trippa per gatti scappano".
Per quanto riguarda gli stadi, invece, per De Laurentiis
"siamo indietro anni luce rispetto a Inghilterra e altre
nazioni. Ma il problema degli stadi, dispiace doverlo dire, è
che siamo il Paese in qualche modo più bello del mondo e poi
siamo quello più violento con mafia, 'ndrangheta e camorra.
Questo non aiuta. Quando diciamo dobbiamo rifare gli stadi, li
dobbiamo rifare per chi? Se dobbiamo rifarli per farceli
distruggere è inutile se non mettiamo un freno - ha aggiunto -.
Questo è il Paese della Corte dei Conti e delle sovrintendenze,
ma il calcio oggi dovrebbe avere il via libera, i Comuni che non
mettono soldi negli stadi da anni dovrebbero cederli a un euro
dando anche le autorizzazioni".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA