L'Arabia Saudita ospiterà le prossime
edizioni della Supercoppa italiana, scelta che ha sollevato
perplessità da parte di associazioni che si occupano di difesa
dei diritti umani. "Lo sport è sempre stato uno strumento
fondamentale per promuovere valori a tutti i livelli - ha
risposto il presidente della Lega di A, Lorenzo Casini, ospite
di 'Radio anch'io sport' - L'importante è che, laddove ci
fossero contesti con ombre, gli eventi non diventino una forma
di endorsement rispetto a scelte politiche non condivise".
"Però ricordo - ha aggiunto - che l'Italia ha rapporti a
tutti i livelli con l'Arabia Saudita. Da quando è nata la
Supercoppa si è giocata fondamentalmente all'estero, è una
occasione per esportare il calcio italiano. Non mi sento di dire
che sia una scelta innovativa, peraltro seguita anche da altre
Leghe europee".
Il presidente Casini ha affrontato anche il tema stadi
italiani - in buona parte obsoleti e raramente di proprietà dei
club - e l'ha definito "la priorità della Serie A ed il
principale ritardo". Le cause "sono anche di sistema e per
questo abbiamo chiesto aiuto al governo. Non tanto e non solo
per la componente economica, che pure è importante, ma per le
procedure che precedono la costruzione dell'impianto": troppo
"lente, farragginose e con il coinvolgimento di tante
amministrazioni". Serve una cabina di regia governativa che
"aiuti a sciogliere i nodi burocratici".
Chiusura delle curve per episodi di violenza o cori razzisti.
Spesso vengono revocate, questo non incentiva i teppisti?
"Finché non si identificano i colpevoli si rischia una sanzione
sproporzionata che colpisce anche chi non c'entra nulla". Per
questo la Serie A sollecita "l'impiego del radar facciale e
sonoro, per identificare subito i responsabili".
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