C'è il rischio che la
finale della Coppa Libertadores al Maracanà di Rio de Janeiro si
giochi a porte chiuse. Infatti la Conmebol, ente calcistico del
Sudamerica, ha convocato una riunione d'urgenza in un albergo di
Barra da Tijuca per discutere di sicurezza e delle misure da
prendere, e fra i punti all'ordine del giorno c'è appunto
l'ipotesi che la finale si giochi senza pubblico. Intanto per
sensibilizzare l'opinione pubblica è stato lanciato un appello
affinché "cessino le violenze".
Tutto ciò dopo gli incidenti di ieri fra le tifoserie di
Fluminense e Boca e tra i supporter argentini e le forze
dell'ordine (che hanno fatto uso di bombe stordenti, gas
lacrimogeni e proiettili di gomma) avvenuti a Copacabana, in
particolare nei pressi del Posto 2 del lungomare, che hanno
portato all'arresto di tre persone. A provocare problemi c'è il
fatto che a Rio sono arrivati ben 150mila tifosi della squadra
che fu di Diego Maradona, per contenere i quali è stato deciso
di aprire il Sambodromo, come avvenne nel 2014 prima della
finale mondiale tra Argentina e Germania, ma molti preferiscono
dormire in auto o sulla spiaggia. A loro si sono uniti, per
provocare la 'torcida' del Fluminense, gruppi ultrà di altre due
squadre di Rio, il Flamengo e il Vasco, nel segno della forte
rivalità con l'altra formazione carioca.
Alla riunione di oggi prendono parte, oltre a rappresentanti
delle forze dell'ordine, le massime cariche della Conmebol, le
dirigenze di Fluminense e Boca e rappresentanti delle
federazioni calcistiche di Brasile e Argentina.
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