"Questa è una grande opportunità
per manifestare per la prima volta il nostro dissenso verso una
situazione che anche i calciatori che giocano in Italia
percepiscono come una grande stortura. Abbiamo la sensazione che
il calcio stia iniziando a divorare se stesso". Lo ha detto il
presidente dell'Assocalciatori (Aic), Umberto Calcagno, in
conferenza stampa a Bruxelles dopo la presentazione del reclamo
contro la Fifa alla Commissione Ue da parte dalle Leghe europee,
di Fifpro Europe e de LaLiga.
"Finalmente la salute dei calciatori non è più una questione
sindacale: preservare la salute della parte migliore del nostro
spettacolo vuol dire difendere il nostro sistema", ha
sottolineato Calcagno.
"Oggi - ha aggiunto - si pretende che i top player, che
giocano ad una velocità che è superiore del 50% rispetto a
soltanto dieci anni fa", giochino "sempre più partite, 60 o 70,
il mondiale per club potrebbe portare qualcuno dei nostri
ragazzi a giocare 80 partite viaggiando per 120mila chilometri
per chi ha nazionali oltreoceano" con soltanto "15-20
allenamenti veri all'anno". Il rischio, ha avvertito, è che "per
massimizzare i ricavi nel breve periodo", le decisioni della
Fifa sul calendario internazionale portino il calcio a diventare
"nel lungo periodo" un "prodotto molto meno bello di quello che
abbiamo visto finora".
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