Il campione del mondo Peter Sagan ha vinto da grande campione l'edizione n. 116 della Parigi-Roubaix, la 'regina della classiche', precedendo in volata lo svizzero Silvain Dillier, suo compagno di fuga per lunghi km. Ma è una festa dimessa quella che accompagna il trionfo dello slovacco tre volte iridato, per la morte del 22enne ciclista belga Michael Goolaerts. Il ciclista era stato trovato riverso a bordo strada a 125 km circa dal traguardo, nei pressi di Viesly. Rianimato è poi morto in ospedale.
In quegli stessi momenti Sagan cominciava a mettere mano al capolavoro della sua carriera, scattando da solo all'inseguimento dei tre fuggitivi che fino a quel momento stavano guidando la corsa con un paio di minuti sul gruppo: Jelle Wallays, Silvan Dillier e Sven Erik Bystrom. Un inseguimento forsennato, sul durissimo percorso di sassi e fango che ha reso questa corsa famosa e affascinante. Ne sa qualcosa anche Matteo Trentin, finisce a terra rompendosi la clavicola. Numerose cadute coinvolgono molti corridori, per fortuna senza serie conseguenze.
La gara è appassionante: correndo fra due ali di folla entusiasta, Sagan nel giro di una ventina di km porta a compimento il suo obbiettivo e raggiunge il terzetto di battistada, ma non gli basta. Lo slovacco, che ha fatto tutto senza gregari e senza risparmio di energie, infatti, continua a spingere sui pedali, mettendo a dura prova bici e reni e gambe, e riesce anche nell'intento di scrollarsi di dosso Wallays e Bystrom, restando solo con lo svizzero Dillier. Da quel momento la corsa non ha più storia: i due decidono infatti di giocarsela allo sprint nel velodromo Petrieux e si danno il cambio regolarmente per tenere a distanza il gruppetto degli inseguitori, fra i quali uno dei favoriti l'olandese Nick Terpstra, che poi sul traguardo sarà terzo a 57", e il belga campione olimpico Greg Van Avermaet, qui vincitore l'anno scorso, e oggi quarto a 1'34".
E' stata una Roubaix a due facce, quella felice di Sagan sempre più nell'olimpo dei campioni e autore di una gara memorabile e solitaria, e quella drammatica del povero Goolaerts.
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