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Moto: 5 anni fa Simoncelli, è ancora morte in pista

Moto: 5 anni fa Simoncelli, è ancora morte in pista

Da Saarinen e Pasolini a Kato e ora Salom: lunga scia di vittime

ROMA, 05 giugno 2016, 16:10

Redazione ANSA

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Un fermo immagine dell 'incidente che il 20 maggio 1973 a Monza costo ' la vita al finlandese Jarno Saarinen e al riminese Renzo Pasolini. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un fermo immagine dell 'incidente che il 20 maggio 1973 a Monza costo ' la vita al finlandese Jarno  Saarinen e al riminese Renzo Pasolini. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un fermo immagine dell 'incidente che il 20 maggio 1973 a Monza costo ' la vita al finlandese Jarno Saarinen e al riminese Renzo Pasolini. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si torna a morire nel Motomondiale. A quasi cinque anni dalla tragedia di Marco Simoncelli a Sepang (era il 23 ottobre 2011), a perdere la vita è uno spagnolo, Luis Salom, tradito dalla curva 12 del circuito di Montmelò vicino a Barcellona, dove erano in corso le prove libere della Moto2. Più di recente a lasciare la vita su una moto, ma non in una gara del motomondiale, era stato Doriano Romboni, ironia della sorte, proprio nel corso di una manifestazione in ricordo del Sic a Latina.

Prima di Simoncelli, il 5 settembre del 2010, a morire sempre nella Moto2 come successo oggi a Salom, era stato Shoya Tomizawa a soli 19 anni, a Misano in occasione del Gran Premio di San Marino. Solo una settimana prima la passione per la velocità era costata la vita a Peter Lenz, 13 anni, pilota statunitense morto cadendo sull'asfalto di Indianapolis, in una gara di contorno al Motomondiale. Sul circuito sanmarinese il giovane pilota giapponese scivolò in un curvone che si percorreva ad altissima velocità per poi essere centrato dalle moto di Alex De Angelis e Scott Redding. Quanto di peggio possa accadere ad un pilota dedito alle gare di velocità, dopo che i micidiali ostacoli fissi (tipo muretti e guardrail), sono praticamente scomparsi dai circuiti. 

Una misura di sicurezza pretesa allora dai protagonisti del Mondiale, Valentino Rossi in testa, quando proprio contro un muro era finita la vita di un altro giapponese, Daijiro Kato, 27 anni, morto il 19 aprile 2003 dopo 13 giorni di coma. Sul circuito di Suzuka (poi bandito dal calendario della MotoGp) era finito con la sua Honda ad impattare il cemento della pista di casa ad oltre 200 chilometri l'ora.

Prima di quella tragedia, l'ultimo incidente mortale nel Motomondiale risaliva al Gp di Spagna del '92. Alla vigilia della corsa un altro giapponese, Noboyuki Wakai, era deceduto per evitare uno spettatore nella corsia dei box.

Solo per restare alle tragedie più recenti, nel 2008 un lutto aveva colpito la categoria Supersport, con la morte del britannico Craig Jones, 23 anni, deceduto al Royal Hospital di Londra per le gravi lesioni celebrali riportate sulla pista di Brands Hatch, dopo essere stato investito da un altro concorrente. Uno dei pochi che può raccontare un incidente molto simile è Franco Uncini. Nel 1983, ad Assen, durante una gara della 500, cadde e fu investito dalla moto dell'australiano Wayne Gardner che lo colpì alla testa, facendogli volare il casco. Sopravvisse senza conseguenze, dopo essere stato 24 ore in coma.

Ma l'incidente che più resta impresso nella memoria degli appassionati della velocità su due ruote è quello che il 20 maggio 1973, a Monza, costò la vita al finlandese Jarno Saarinen ed al riminese Renzo Pasolini, grandi avversari del mitico Agostini, durante una corsa della classe 250. I due rimasero coinvolti, assieme ad altri piloti, in una caduta seguita da una carambola di moto.
  

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