L'impronta di un dito del cadavere
dell'uomo i cui resti sono stati trovati, insieme a quelle di
una donna, nelle valigie abbandonate in un campo tra il carcere
di Firenze e la superstrada Fi-Pi-Li nei gorni scorsi,
apparterrebbe a Shpetim Pasho, albanese, scomparso con la moglie
nel 2015 in Toscana. E' il risultato di una prima comparazione
della Sezione impronte del Ris di Roma dei carabinieri, secondo
cui tutti i punti rilevabili sull'impronta di un dito di un mano
corrispondono alle impronte dattiloscopische di Shpetim Pasho. E
stamani, a seguito di una accurata ripulitura del terreno è
stata trovata una quarta valigia di cui è in corso di esame il
contenuto. Le indagini dei carabinieri peraltro hanno
riscontrato che è irreperibile dal 2016, dopo un'evasione, il
figlio di Shpetim Pasho e della moglie. Il figlio della coppia
era in carcere per reati di droga poi venne messo ai domiciliari
dalla fine di ottobre del 2016. Circa 15 giorni dopo evase dai
domiciliari. Deve scontare ancora quattro anni di detenzione per
condanne legate a reati di stupefacenti.
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