E' la cosiddetta 'variante indiana'
l'ultima minaccia fra le mutazioni del virus SarsCoV2 in
Europa. A segnalarlo sono le autorità sanitarie nel Regno Unito,
Paese che ha legami significativi con il colosso asiatico (dove
il premier Boris Johnson è atteso fra una decina di giorni per
la prima visita ufficiale post pandemia all'estero, confermata
seppure in formato ridotto sullo sfondo della nuova ondata di
contagi che ha investito il Subcontinente) e nel quale vengono
eseguiti più test di qualunque altra nazione al mondo sul genoma
umano: test in grado di tracciare in anticipo le varianti.
Al momento i casi di sospetto contagio sull'isola con questa
mutazione, indicata con la sigla B.1.671 e divenuta predominante
in India, si fermano a un'ottantina, in buona parte da
confermare. Per i medici britannici si tratta al momento di
"una variante d'interesse", non di un'allerta vera e propria
tenuto conto dell'impatto ancora limitato e circoscritto. Ma le
preoccupazioni non mancano, perché questo ceppo presenta una
doppia mutazione rispetto a quello originario e appare più
facilmente trasmissibile.
In parallelo, il Regno Unito ha lanciato negli ultimi giorni
un allarme specifico anche per l'individuazione alcune decine di
contagi con un'altra variante, quella 'sudafricana', considerata
potenzialmente più resistente ai vaccini disponibili: casi
finora concentrati in 4 focolai, in altrettante zone di Londra.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA