La Procura di Milano ha chiuso le
indagini, in vista di una probabile richiesta di processo, per
Beppe Grillo e Vincenzo Onorato, patron del gruppo Moby,
accusati di traffico di influenze illecite per una presunta
"mediazione illecita" da parte del fondatore dei Cinque Stelle.
In cambio di contratti, tra il 2018 e il 2019, per fare
pubblicità a Moby sul suo blog, il comico, stando a quanto era
stato ricostruito nelle indagini, avrebbe inoltrato a
parlamentari del M5S le richieste di aiuto avanzate
dall'armatore, suo amico di lunga data, quando la sua compagnia
era in crisi finanziaria.
Dalle indagini, che avevano portato a perquisizioni da parte
della Gdf nel gennaio 2022, era emerso che sarebbero stati
almeno tre i fronti al centro delle richieste di interventi
pubblici che sarebbero state avanzate da Onorato a Grillo, il
quale, a sua volta, le avrebbe girate a parlamentari del M5S che
avevano a che fare con i ministeri dello Sviluppo Economico e
delle Infrastrutture, allora guidati il primo da Luigi Di Maio e
poi da Stefano Patuanelli e il secondo da Danilo Toninelli (non
indagati).
A testimoniare il 'tragitto' e i temi delle istanze avanzate
dall'armatore napoletano al fondatore dei Cinque Stelle per
tenere a galla il gruppo che aveva una flotta di oltre 60 navi,
sono state le chat agli atti dell'inchiesta in cui Grillo e
Onorato sono finiti indagati per traffico di influenze illecite
in merito ad un contratto pubblicitario per il 2018 e il 2019
tra Moby spa e la Beppe Grillo srl per un totale di 240 mila
euro. Una cifra elevata, secondo le indagini del pm Cristiana
Roveda e del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, e non
adeguata alle prestazioni fornite.
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