Mohammad Abedini renderà
dichiarazioni spontanee in aula a Milano all'udienza del 15
gennaio sull'istanza per i suoi domiciliari. L'iraniano bloccato
in Italia il 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti, nel
carcere di Opera a Milano, ribadirà di persona la sua
disponibilità al braccialetto elettronico e l'intenzione di non
voler fuggire dall'Italia. Il suo legale, Alfredo De Francesco,
ha spiegato in queste ore di aver riferito al suo assistito
della liberazione di Cecilia Sala, la reporter liberata
dall'Iran dopo ventuno giorni di detenzione nel carcere di Evin:
"Ha saputo di lei, è rimasto soddisfatto da questo punto di
vista. È preoccupato della sua situazione, ma sollevato di non
essere più collegato direttamente alle sue condizioni. Mi ha
fatto capire - ha aggiunto - che per le sofferenze di Cecilia
non potrà più essere ritenuto responsabile". Per ora il 38enne
resta in carcere, in attesa della decisione sui domiciliari
richiesti e di eventuali mosse del Guardasigilli Nordio.
Il materiale trovato nella valigetta dell'iraniano
all'aeroporto di Malpensa è custodito dalla Procura di Milano
che, dopo l'arresto, ha aperto un fascicolo. E ciò, come pare,
in vista di una rogatoria (non ancora inoltrata) da parte degli
Usa, con cui gli americani potrebbero chiedere di acquisire le
copie dei dispositivi.
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