E' il giorno della Cassazione per il processo per la morte di Meredith Kercher, uccisa a Perugia la nel novembre 2007. Come annunciato alla vigilia, è arrivato al 'Palazzaccio', per assistere all'udienza, Raffaele Sollecito, il trentenne pugliese condannato nell'appello bis il 30 gennaio 2014 a 25 anni. L'altra imputata, Amanda Knox, condannata a 28 anni e 6 mesi, è rimasta negli Usa. L'udienza pubblica si celebra davanti alla quinta sezione penale ed è iscritta al ruolo come seconda di quattro.
Nel frattempo sono iniziate le udienze a porte chiuse non partecipate nell'ambito di altri procedimenti. Il collegio, presieduto da Gennaro Marasca, è chiamato a giudicare sui ricorsi delle difese dei due ex fidanzati Sollecito e Knox, che si proclamano estranei al delitto, contro le condanne inflitte dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze: 25 anni di reclusione per il giovane ingegnere pugliese e 28 e 6 mesi per Amanda (3 definitivi per la calunnia a Patrick Lumumba). Dopo la relazione la requisitoria sarà svolta dal sostituto procuratore generale, Mario Pinelli, al termine della quale inizieranno le arringhe dei difensori, prima quelli della famiglia di Meredith, rappresentata da Francesco Maresca, quindi quella degli avvocati dei due imputati: per Sollecito Giulia Bongiorno e Luca Maori, per Amanda l'avvocato Luciano Ghirga e Carlo della Vedova.
La ventiduenne studentessa inglese fu uccisa a Perugia la notte del primo novembre 2007, nella casa di via della Pergola che divideva con la Knox. Secondo la ricostruzione dei giudici della Corte d'Assise d'Appello di Firenze, che hanno emesso la condanna il 30 gennaio 2014, Meredith venne uccisa in una "progressiva aggressività" innescata da una lite. Per il delitto è già stato condannato in via definitiva Rudy Guede che sconta 16 anni inflitti con rito abbreviato.
Foto di Massimo Percossi
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