Un ristorante pizzeria per
permettere ai detenuti del carcere di Trento di scontare la
propria pena apprendendo un impiego, in vista di un
reinserimento nella società, così come previsto dalla
Costituzione italiana. È quanto prevede un progetto promosso
dalla Procura della Repubblica di Trento, guidata da Sandro
Raimondi, che si è avvalso del contributo dell'amministrazione
carceraria locale, della Provincia e del Comune di Trento, della
scuola di formazione professionale di Levico e della
Magistratura di sorveglianza. L'obiettivo è quello di offrire
entro la prossima primavera un locale pubblico dove i detenuti
possano cimentarsi nella preparazione dei pasti, nel servizio e
nella gestione complessiva di una realtà di ristorazione al
servizio della cittadinanza.
"Si tratta di un'idea che ho sempre coltivato, fin dai tempi
dell'esperienza nell'antimafia. Se ce la facciamo, vorremmo
aprire entro la prossima Pasqua, contando sulla Provincia e del
Comune di Trento per l'organizzazione della struttura e sulla
scuola di Levico per la formazione", ha spiegato, in conferenza
stampa, Raimondi, che ha parlato anche della possibilità che il
locale diventi un nuovo bicigrill nella parte nord del
capoluogo.
L'edificio, che sorgerà nelle immediate vicinanze del
carcere, è attualmente in fase di studio da parte degli uffici
tecnici provinciali. Si tratterà di un locale di circa 300 metri
quadrati, fatto con dei moduli prefabbricati in legno, in stile
moderno. Il budget previsto per la realizzazione è pari a circa
300mila euro.
"Abbiamo aderito a questa iniziativa volentieri: come
Provincia ci siamo impegnati sul lato progettuale e finanziario,
ma crediamo continuamente in questo progetto dal forte valore
sociale e di reinserimento dei detenuti. L'iniziativa si
inserisce all'interno delle progettualità che già ci sono nel
carcere di Trento", ha specificato il presidente della Provincia
di Trento, Maurizio Fugatti.s
Soddisfazione per l'iniziativa è stata espressa anche dalla
direttrice del carcere Anna Rita Nuzzacci, dal sindaco Franco
Ianeselli, dalla presidente del Tribunale di sorveglianza Lorenz
Omacchi, dal prefetto Giuseppe Petronzi e dal capo del corpo
della Polizia penitenziaria Giovanni Russo e dalla dirigente
generale dell'amministrazione penitenziaria Rosella Santoro,
collegati in videoconferenza.
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