Sono una "serie di parametri"
quelli che sta valutando il Nucleo epidemiologico della Regione
Umbria per spiegare l'aumento dei casi Covid registrato in
questa fase della pandemia. "Perché è successo? E' una domanda
alla quale è difficile dare una risposta" confessa all'ANSA la
direttrice della struttura complessa di Malattie infettive
dell'ospedale di Perugia Daniela Francisci.
"La prima fase della pandemia - ricorda la professoressa - si
è conclusa con 1.460 casi e 80 decessi. Nella seconda ondata i
casi di infezione, i ricoveri, i decessi sono stati 10 volte
superiori ma in linea con quanto accadeva nelle altre regioni.
Ora siamo in controtendenza rispetto alle regioni limitrofe e il
Nucleo Epidemiologico sta valutando una serie di parametri,
compresa la possibile circolazione di varianti, per cercare di
dare una risposta a questa anomalia".
La professoressa Francisci ritiene che dalla pandemia si
uscirà "non in tempi brevi". "Dipenderà - aggiunge - da quante
persone si riusciranno a vaccinare nei prossimi mesi. Per
raggiungere l'immunità di gregge è infatti necessario che il
75-80% della popolazione sia coperto. Dipenderà anche dal ruolo
che le varianti virali avranno nei prossimi mesi e dalla nostra
capacità di mantenere alta la guardia e non trascurare le
fondamentali misure di contenimento".
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