"Sono pronto a partire per
fare la guerra in Ucraina e aiutare il mio popolo, il mio Paese
e i poveri figli rimasti lì": a dirlo è Volodymyr Turyanskyy,
trentenne ucraino da dieci immigrato ad Arrone, dove vive
insieme alla madre Giulia.
Nella loro abitazione da domenica hanno accolto anche la
compagna Ivanna e le due figlie di questa, tra i primi profughi
giunti in Italia. La gioia per essersi riabbracciati è tanta, ma
nel frattempo si guarda con forte preoccupazione alla situazione
in patria. Tanto che Volodymyr si dice pronto a tornare nel suo
Paese per combattere, qualora ce ne sia necessità.
"Stiamo seguendo la situazione 24 ore su 24, vediamo che
risposte ci saranno" commenta con l'ANSA. "La speranza è di
vincere, stiamo resistendo con forza e ricevendo tanti aiuti"
continua il trentenne, operaio al momento disoccupato, una
laurea in Teologia.
"Noi siamo forti e non lasciamo mai nessuno a morire - dice
ancora Volodymyr -, la Russia deve uscire dal nostro Paese. Non
va bene che i nostri ex fratelli ci sparino".
Un plauso il trentenne lo rivolge invece al presidente ucraino
Volodymyr Zelensky. "Lui - sottolinea - si sta rivelando una
grande persona, ci sta proteggendo" conclude.
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