"Se i costi dell'energia elettrica
e del gas manterranno i trend di crescita registrati finora e
non ci saranno interventi di sostegno immediati decine di
migliaia di imprese in Umbria saranno costrette a fermare le
attività riattivando gli ammortizzatori sociali per i loro
dipendenti": a lanciare l'allarme è Michele Carloni, presidente
della Cna regionale. "Siamo all'inizio di una nuova recessione
per cui serve subito un accordo tra i vari schieramenti politici
per un intervento di urgenza del governo che possa almeno
aiutare a tamponare la situazione" aggiunge.
Per il presidente di Cna Umbria "la situazione è insostenibile
soprattutto per le imprese del settore manifatturiero, ma a
ruota seguono anche il commercio, la ristorazione e il settore
dell'accoglienza ai turisti". "Si tratta - sottolinea in una
nota - di decine di migliaia d'imprese. Oggi però anche molti
fornitori di energia stanno entrando in difficoltà, soprattutto
quelli più ligi al rispetto delle regole sulle voci in bolletta
e in modo particolare i più piccoli. In questi giorni molte
imprese stanno ricevendo comunicazioni da parte di alcuni di
loro, i quali denunciano il peggioramento drammatico
dell'andamento dei prezzi del gas e per settembre prevedono che
il Pun (prezzo unico nazionale) schizzerà a ben 710 euro al MWh,
vale a dire il 316% in più sui prezzi di gennaio 2022, quando il
costo del gas era già salito moltissimo rispetto al settembre
precedente. Sono gli stessi fornitori ad affermare che a questi
prezzi le alternative per le imprese sono obbligate: ridurre al
massimo i consumi o spegnere tutto".
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