(ANSA) - PERUGIA, 05 GEN - Non scioperi politici o ideologici
ma basati principalmente sulla paura che la divisione in quattro
lotti del trasporto pubblico locale in Umbria "sicuramente
creerà danni dal punto di vista strutturale rispetto a quelli
che sono i servizi essenziali di una comunità": lo hanno
sottolineato i segretari generali per l'Umbria della Filt Cgil,
Ciro Zeno, e della Faisa Cisal, Christian Di Girolamo.
I sindacati hanno infatti tenuto una conferenza stampa per
presentare le motivazioni e le modalità di svolgimento del nuovo
sciopero regionale del Tpl, programmato per lunedì 9 gennaio.
"Ormai siamo addirittura al quarto sciopero in più di sei mesi
ma arriveremo al quinto e sesto se sarà necessario" hanno
annunciato, perché comunque, per i sindacati che hanno
proclamato la mobilitazione, "persistono ancora in Umbria
purtroppo e da ormai un anno problemi rispetto a quella che è la
gestione e il futuro del Tpl".
"È stata attaccata la sanità pubblica e ora i trasporti, non
sappiamo cosa verrà attaccato dopo" hanno affermato i due
segretari. Al centro hanno quindi messo la "paura", quella per
la perdita dei posti di lavoro e per le privatizzazioni. "La
paura - hanno aggiunto - che l'Umbria venga divisa in quattro
spicchi e che le aree più remote di questa regione vengano
abbandonate è veramente alta".
Una paura definita anche "collettiva". "I lavoratori che oggi
guidano i nostri pullman - hanno ricordato - hanno firmato un
referendum contro questa divisione del Tpl ed in più di 700. Al
cospetto di 1.070 oggi occupati in Busitalia non sono dati
irrilevanti. Poi c'è anche tutto un altro mondo del Tpl che non
è solo Busitalia visto che ci sono anche tante altre piccole
aziende che fanno trasporto pubblico e pure queste purtroppo
rischiano di essere messe ai lati di questa programmazione
perché potrebbero subentrare in Umbria attori e aziende che al
più basso costo potrebbero accaparrarsi questi lotti creando di
fatto disoccupazione, ancora più disagio e più problemi per la
comunità umbra". (ANSA).