(ANSA) - ROMA, 24 APR - A precedere questi giorni del 'ponte
della Liberazione' in cui l'Umbria è visitata da più di 5
milioni di turisti, cifra record, c'è stata a Montefalco
'Anteprima Sagrantino', manifestazione ormai classica che
quest'anno era destinata alla degustazione dell'annata 2019 di
questo vino con il massimo della carica polifenolica che ormai è
un simbolo della regione 'cuore verde' d'Italia. Ed è sempre più
apprezzato, al punto che la commissione di esperti ha attribuito
le cinque stelle all'annata, ovvero il massimo, con l'auspicio
che il Sagrantino venga scoperto da una fetta sempre più ampia
di consumatori.
Lo meritano gli sforzi del Consorzio Tutela Vini di
Montefalco, che ha goduto di una presenza sempre più vasta di
operatori e stampa provenienti dall'estero, chiaro segnale che
il Sagrantino e i vini dell'Umbria in generale guardano con
interesse sempre crescente ai mercati esteri, al punto che ora
l'evento cambierà nome diventando 'A Montefalco' per
sottolineare l'ampiezza di offerta vinicola della zona. Giusto
così, visto che in zona ci sono aziende che già vendono
all'estero il 30 o 35% della loro produzione. E a proposito del
Consorzio, va sottolineato anche che lavora, come dice il suo
presidente Giampaolo Tabarrini, "per un consumo responsabile del
vino, perché si accresca consapevolezza sul consumo dei nostri
prodotti. Il vino è un pezzo importantissimo della nostra
cultura, e non può essere oggetto di iniziative, come quella
degli alert sulla nocività del vino che l'Europa sembrerebbe
essere intenzionata ad introdurre. E' giusto provare a contenere
i comportamenti poco responsabili, e quindi l'abuso di sostanze
alcoliche, ma bisogna farlo introducendo strumenti informativi,
educativi e formativi che consentano di apprezzare il vino in
maniera salutare e come elemento culturale".
Intanto, sebbene per il Sagrantino ci siano state solo 27
referenze in assaggio contro le 47 presentate lo scorso anno,
non rimane che segnalare, a proposito dell'annata in
presentazione, eccellenze come il Carapace della Tenuta
Castelbuono, il Vinum Dei di San Felice, il Valdimaggio di
Arnaldo Caprai e il 2019 di Antonelli San Marco e Scacciadiavoli
oltre che, nell'ambito dei passiti, Dionigi e Le Thadee. (ANSA).