(ANSA) - PERUGIA, 27 APR - "La delibera di Giunta regionale
relativa al Piano operativo straordinario di recupero delle
liste di attesa testimonia il grande sforzo messo in campo dalla
presidente Tesei e dall'assessore Coletto per risolvere una
criticità annosa, presente da ben prima del Covid e sulla quale
il Partito Democratico non è mai stato in grado di intervenire
concretamente". Lo sostengono il capogruppo Lega in Regione
Umbria Stefano Pastorelli e il consigliere regionale Lega Umbria
Paola Fioroni vicepresidente dell'Assemblea Legislativa.
"La pandemia - affermano Pastorelli e Fioroni in una nota della
Lega - ha acuito il problema delle liste di attesa nel Paese e
messo in difficoltà tutte le Regioni. In Umbria la Giunta sta
mettendo in campo ogni iniziativa possibile per arrivare entro
la fine del mese di luglio a smaltire le prestazioni in sospeso
e assicurare prestazioni rapide entro una o due settimane per
evadere le nuove richieste. Per fare questo sarà previsto
l'utilizzo dei macchinari per gli esami per minimo per 12 ore al
giorno nei giorni feriali e con apertura serale almeno una alla
settimana e nei giorni festivi almeno due domeniche al mese".
"Si tratta - continuano gli esponenti leghisti - del più
massiccio intervento di smaltimento delle liste di attesa mai
attuato prima. A fronte dell'impegno della Giunta regionale
riscontriamo purtroppo il susseguirsi delle polemiche
strumentali del Pd, proprio quella forza politica che negli anni
ha contribuito a smantellare la sanità pubblica, tagliando 37
miliardi di euro al governo del Paese. Quegli stessi personaggi
che hanno governato la Regione per 50 anni e i cui ex vertici
sono coinvolti nello scandalo Concorsopoli, oggi vengono a dirci
di avere tutte le soluzioni a portata di mano e continuano a
speculare politicamente su un tema molto sentito tra i
cittadini. Peccato che la loro ricetta magica per risolvere i
problemi si scontri con la realtà dei fatti", concludono,
portando ad esempio l'Emilia Romagna "dove governa il Pd, che
rischia - dicono - di essere commissariata nella sanità".
(ANSA).