"Stop alla svendita di una delle
aziende più importanti del Paese, che assicura un presidio
sociale per i territori più marginali, e che svolge anche un
ruolo fondamentale anche in relazione alla tutela di dati
personali": così il segretario del Partito democratico
dell'Umbria, Tommaso Bori, che ha partecipato al presidio dei
sindacati in piazza Italia, organizzato per dire no "allo
scempio della messa in vendita di Poste".
"Poste Italiane - spiega Bori in una nota - è un asset
importante, che produce un utile per lo Stato e la sua
alienazione potrebbe essere dunque un danno al patrimonio
pubblico. Il ruolo di Poste, anche in Umbria, è fondamentale e
lo dicono i numeri. Gli uffici postali nella nostra regione sono
258 (191 in provincia di Perugia e 67 in quella di Terni) per un
totale di 1.600 lavoratori. Un patrimonio inestimabile per il
quale, di fronte ad una privatizzazione, non c'è nessuna
garanzia. Non è dunque il caso di intraprendere alcuna
operazione avventurosa, di natura prettamente finanziaria come
la privatizzazione, per fare cassa privandosi di utili
importanti e necessari. Per dire no a tutto questo sono sceso in
piazza con i lavoratori, ai quali esprimo vicinanza e
disponibilità al sostegno delle future battaglie".
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