Il dato più evidente nell'analisi
dei flussi elettorali è quello del non voto, ma sono stati
definiti "considerevoli" anche i cambiamenti repentini di scelte
politiche da parte degli elettori. Al successo della coalizione
di centrosinistra, guidata da Stefania Proietti, hanno
fortemente contribuito le liste civiche e il voto personale, che
hanno portato ai 18 mila voti di vantaggio sulla coalizione di
centrodestra. Sono alcune delle risultanze dall'analisi dei
flussi elettorali verificatisi nelle recenti elezioni regionali
2024 a confronto con i dati delle europee del giugno scorso,
presentata nella conferenza stampa tenutasi a Palazzo Cesaroni
dai professori Bruno Bracalente, dell'Università degli studi di
Perugia, coadiuvato da Antonio Forcina (che ha messo a punto la
metodologia statistica) e dal dottor Nicola Falocci del Servizio
"Valutazione delle politiche, Controllo e CoReCom"
dell'Assemblea legislativa.
Le civiche hanno dunque ottenuto un risultato più consistente
per il centrosinistra, è stato sottolineato. Anche i partiti di
centrodestra hanno perso molto di più di quanto hanno perduto
quelli del centrosinistra. Fratelli d'Italia ha perso più della
metà dei suoi voti, molti finiti nell'astensionismo. Stesso
destino per il Movimento 5 stelle, tra astensionismo e
transumanza nel Pd. Meglio è andata all'Alleanza verdi sinistra,
nel senso che ha perso meno voti. Anche i voti del Pd sono meno
di quelli del giugno scorso ma è il partito che è andato meglio
di tutti, sempre considerando la mole degli astenuti. Forza
Italia invece non ha perso voti anzi, ha guadagnato un
consistente numero di elettori. La Lega ha mantenuto i voti
delle Europee, dove era stata comunque molto ridimensionata
rispetto ai trascorsi.
"Negli ultimi 30 anni - ha rilevato Bracalente - il non voto
è salito dal 30 al 50 per cento degli elettori. Ne mancano
220mila, e questo è uno dei numeri più importanti da tenere in
considerazione. Nelle precedenti elezioni regionali del 2019
l'Umbria non sembrava contendibile invece, come accaduto oggi, è
cambiata la leadership politica. Ha influito non poco la
fluidità elettorale, i cambiamenti repentini di scelte politiche
da parte degli elettori, anche da destra verso sinistra, non
solo da un partito ad un altro della stessa coalizione. I
partiti hanno dato lo stesso apporto quantitativo a Tesei e
Proietti ma il centrosinistra ha avuto di più dalle liste
civiche".
Dall'analisi di Bracalente emerge che "il non voto ha
penalizzato soprattutto Avs, M5s e FdI. Molti sono i voti di Avs
e Pd alle europee che in questa tornata elettorale sono andati a
liste civiche di centro sinistra. Forza Italia ha dato alle
civiche del centrodestra il 20 per cento dei propri voti, FdI
molto meno. Quest'ultimo ha in capo quasi la metà del non voto e
e ha ceduto il 9 per cento a liste civiche di destra e una parte
a FI e liste civiche di centro. Il M5s ha perso molti voti, ne
ha dati più del 15 per cento al Pd, contribuendo al suo buon
risultato. Il Pd ha recuperato 17mila voti dal precedente
astensionismo, ma anche Forza Italia si è giovata di un gran
recupero. Pd e FI sono gli unici partiti capaci di riportare al
voto dall'astensione una parte dei propri elettori. Si è
verificato un gran traffico di elettori in questi soli cinque
mesi trascorsi dalle recenti elezioni di giugno. La maggiore
fedeltà è stata quella degli elettori della Lega, rimasti tali
seppur dopo il ridimensionamento già verificatosi nelle elezioni
precedenti".
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