La Giunta regionale dell'Umbria,
su proposta dell'assessore alla Salute, Luca Coletto, ha
preadottato le proposte di modifica alla legge regionale del 9
aprile 2015, n. 11 - Testo Unico in materia di Sanità e Servizi
sociali - e contestualmente, ha adottato il Piano sanitario
2022-2026, dal titolo "Umbria: la salute al centro".
Ora entrambi i disegni di legge passeranno al vaglio
dell'Assemblea legislativa dell'Umbria per la definitiva
approvazione.
Si tratta di due documenti di grande importanza per
l'architettura della sanità in Umbria, soprattutto alla luce del
fatto che l'ultimo Piano sanitario regionale ad oggi ancora
vigente, è il Psr 2009-2011, approvato il 28 aprile del 2009.
"Si tratta - ha spiegato l'assessore alla Salute - del primo
Piano adottato a seguito della pandemia che ha messo a dura
prova l'organizzazione della rete ospedaliera e dei servizi
sanitari territoriali, facendone emergere i punti di forza e le
debolezze. Inoltre, la contestualità della redazione del nuovo
Piano Sanitario con la definizione del 'Piano nazionale di
ripresa e resilienza', ha comportato alcune attenzioni e
suggerito ad esempio, l'opportunità di ampliare il periodo di
vigenza del Piano regionale da tre a cinque anni, per adeguarne
la valenza temporale ai tempi di realizzazione dei progetti del
Pnrr, cui le strategie del Piano sono indissolubilmente
collegate, ma lasciando impregiudicata per i prossimi atti di
programmazione sanitaria la facoltà di definirne i periodi di
vigenza in base a contingenti valutazioni di opportunità".
"Da qui - ha precisato l'assessore - è nata la necessità di
apportare modifiche al Testo unico che nella nuova versione,
prevede anche che il Piano sanitario sia approvato con legge.
Per la Giunta regionale quindi, la redazione del nuovo Piano
sanitario è stata un obiettivo di rilevanza strategica
fondamentale che, con un forte intreccio dell'ambito sociale con
quello sanitario, si è prefisso l'obiettivo finale di migliorare
e rendere più sicure ed efficaci le prestazioni per i
cittadini".
Il consolidamento ed il rafforzamento dell'integrazione
sociosanitaria si inserisce, di conseguenza, in un percorso
virtuoso volto ad evitare duplicazioni di interventi, ad un uso
più efficiente ed efficace delle risorse professionali e
finanziarie, alla prontezza, appropriatezza e continuità delle
risposte a vecchi e nuovi bisogni puntando, nel contempo, sulla
prevenzione.
Sul versante del procedimento - spiega un comunicato della
Regione - muovendo dall'analisi dello stato del sistema
sanitario e sociale al 31 dicembre 2019 attraverso la stesura
del Libro bianco, è stato preadottato lo schema del nuovo Piano
sanitario, ai fini dell'avvio degli adempimenti di concertazione
sociale ed istituzionale. Quindi oltre ad espletare tale fase
concertativa sono stati acquisiti i pareri del Consiglio delle
autonomie locali (Cal), delle Conferenze dei sindaci e
dell'Università degli Studi di Perugia. A seguito del parere del
ministero della Salute che ha rilevato come l'impostazione
generale del Piano sanitario regionale abbia ripreso le
indicazioni prioritarie della programmazione nazionale, la
Regione si è inoltre impegnata ad elaborare specifiche schede di
intervento che, per ogni strategia delineata, definiranno gli
obiettivi generali e specifici, le azioni attuative, con
relativi target e cronoprogrammi che saranno oggetto di costante
monitoraggio per misurarne il livello di raggiungimento.
In sede di concertazione è emerso, tra l'altro, che la prevista
ripartizione del territorio regionale in due aziende sanitarie
Usl e in cinque distretti non risulta in linea con precedenti
esperienze di collaborazione, scambi, che storia e tradizioni
locali hanno consolidato in alcuni dei territori della regione.
Ciò ha determinato un ripensamento nella configurazione dei
distretti, che dovranno passare da cinque a quattro. Tale scelta
non avrà risvolti nel testo del Piano sanitario, se non per la
configurazione delle Centrali operative territoriali, che
rispetto al precedente modello proposto (1 hub e 5 spoke),
passeranno a 1 hub e 4 spoke (ognuna delle spoke suddivisa in
due moduli).
Questa nuova configurazione, tra l'altro - ha affermato
l'assessore - risulta in linea con criteri e target previsti per
la Missione 6, Component 1 dal decreto del ministero della
Salute 20 gennaio 2022, recante la ripartizione programmatica
delle risorse per i progetti del Piano nazionale di ripresa e
resilienza e del Piano degli investimenti complementari. Alcune
delle tematiche da sviluppare e evidenziate in fase di
concertazione, come la salute mentale, dipendenze, salute
materno infantile e dell'età evolutiva, sostegno delle persone
con disabilità, malattie rare, medicina di genere, assistenza
agli immigrati e la salute in carcere, già riportate come
criticità nel Libro bianco, saranno oggetto di successivi e
specifici atti di programmazione.
Le principali novità introdotte nel Psr - spiega la Regione
- riguardano la Governance, con elementi di innovazione
rappresentati dal Board per il governo del sistema sanitario
regionale, il supporto del C.re.va (Commissione tecnica
regionale che valuta e autorizza le spese e gli investimenti
delle 4 aziende), il nuovo sistema di accreditamento
istituzionale, l'assistenza territoriale, la riduzione del
numero dei distretti da 12 a 4, l' istituzione delle Case di
comunità, gli ospedali di Comunità, le Centrali operative
territoriali (Cot), la presa in carico del malato cronico, il
potenziamento delle cure palliative, la riconfigurazione delle
Rete ospedaliera in aderenza ai parametri del Dm 70/2015, con
revisione delle reti dei servizi clinici generali e della rete
dell'emergenza e urgenza, l'istituzione dell'Ispettivo regionale
e la realizzazione dell'elisoccorso regionale. Prevista anche
l'istituzione di un Ircss, l'attuazione del Protocollo d'intesa
con l'Università degli Studi di Perugia di cui alla Dgr 364/2022
e lo sviluppo dell'ecosistema digitale dei servizi per il
cittadino.
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