Sale la tensione tra Kamala Harris e Donald Trump, a meno di due settimane dall'election day negli Stati Uniti. I due candidati continuano i loro tour forsennati negli Stati in bilico, vero ago della bilancia in una corsa serratissima, e continuano ad attaccarsi a vicenda senza esclusione di colpi.
"Sono convinta che Trump sia un fascista", ha ribadito la democratica all'incontro con gli elettori in Pennsylvania ospitato dalla Cnn. "E non lo penso solo io, ma anche le persone che hanno lavorato con lui", ha detto la vicepresidente Usa citando l'ex capo dello staff John Kelly che in un libro ha riportato la famigerata frase del tycoon sui "generali di Hitler" che lui stesso avrebbe voluto. "Trump non difenderà la Costituzione americana, la ucciderà", ha aggiunto la Harris insistendo sul fatto che il repubblicano "è un pericolo" per gli Stati Uniti. Trump, ha accusato, "è pronto a stilare una lista dei suoi nemici per vendicarsi. Attaccherà i suoi oppositori pacifici o i giornalisti. Ha detto di essere pronto ad usare l'esercito contro il nemico interno". La dem ha anche risposto a domande sulla sua agenda dall'economia all'immigrazione, tallone d'Achille della sua vicepresidenza. "Io rappresento una nuova generazione di leader, un approccio nuovo che si basa su esperienze diverse", ha spiegato prendendo, ancora una volta, le distanze da Joe Biden e annunciando una serie di provvedimenti per abbassare il costo dei generi alimentari e delle abitazioni.
Quanto all'immigrazione, la vicepresidente ha scaricato sul Congresso americano il dramma irrisolto. "Il nostro sistema è rotto, è rotto da anni e abbiamo bisogno di una soluzione permanente", ha detto la Harris che poi, incalzata dall'anchor Anderson Cooper sul perché in questi tre anni e mezzo l'amministrazione democratica non abbia risolto la questione, ha risposto: "Questo è un problema che in ultima analisi pertiene al Congresso, è il Congresso che ha i cordoni della borsa". A proposito del muro lungo il confine meridionale con il Messico la candidata democratica alla Casa Bianca ha detto che "vuole rafforzare la frontiera sud", senza rispondere direttamente alla domanda se voglia costruire una barriera. Sulla politica estera, in particolare la guerra a Gaza, la vicepresidente ha sottolineato che "le migliaia di morti palestinesi sono inconcepibili" e che bisogna "lavorare per una soluzione a due Stati".
Più o meno alla stessa ora in Georgia, Trump attaccava Harris accusandola di aver "messo in hotel di lusso migliaia di criminali dal Venezuela e dal Congo". Il tycoon è poi tornato sul caso di Kelly, definendolo "uno squilibrato". Il tycoon ha anche accusato la vicepresidente di "non sapere mettere due parole in fila e di essere la peggiore della storia americana". Sul palco del comizio è salito anche l'ex candidato indipendente alla presidenza Robert Kennedy Jr, che ha dato il suo sostegno a The Donald. "Non ci meritiamo un presidente che tenga la corruzione alla larga da Washington? Non ci meritiamo un presidente che farà l'America di nuovo grande?", ha chiesto il nipote 70enne di Jfk accolto da un'ovazione del pubblico che ha gridato "Bobby, Bobby". Nel frattempo su Trump è caduta una nuova tegola: l'ex modella Stacey Williams lo ha accusato di averla palpeggiata e molestata nel 1993 alla Trump Tower in "un perverso gioco" con Jeffrey Esptein. La donna, che ha lavorato come modella professionista negli anni '90, ha raccontato di aver incontrato il tycoon nel 1992 a una festa di Natale attraverso il finanziere, morto suicida in carcere nel 2019. La campagna di Trump ha negato con forza le accuse, definendo la donna "un'ex attivista di Barack Obama" e sostenendo che "la storia è stata inventata dalla campagna di Harris".
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