"Attivare anche in Valle d'Aosta un progetto Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali che, per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo". E' la ricetta proposta dall'Arci della Valle d'Aosta per affrontare l'emergenza dei migranti in fuga da guerre e povertà.
Inoltre occorre "immaginare, secondo una sinergia tra associazioni e istituzioni, progetti di 'accoglienza integrata' che superino la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico". "La Valle d'Aosta - spiega Alexandre Glarey - è in pratica l'unica regione in Italia a non aver attivato questo percorso. E' ora di cambiare".
"In una comunità solidale o comunque dotata di spirito umanitario - conclude - ospitare qualche decina di rifugiati sarebbe un gesto normale. Nella ricca Valle d'Aosta degli sprechi e delle opere inutili invece non c'è posto per una persona, magari un bambino, che scappa da una guerra e che ha attraversato il mare su una zattera".
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