"'Vi vogliamo mandare tutti in galera' diceva all'epoca il Movimento 5 Stelle che oggi non è più presente su questi scranni. Il Presidente Bertin ha più volte sostenuto quanto dicevano i 5 Stelle, dimostrando solidarietà in questa direzione. Per fortuna, in questi anni sono arrivate anche dimostrazioni di solidarietà e il mio, oggi, è un grido di felicità nei confronti di chi è stato assolto". Lo ha detto il consigliere Mauro Baccega (Forza Italia) commentando in aula l'esito dell'inchiesta Egomnia.
"La politica ha pagato un prezzo altissimo - ha aggiunto Pierluigi Marquis (Forza Italia) - generando una disaffezione da parte dei cittadini e alimentando il quadro d'instabilità culminato con lo scioglimento del Consiglio regionale nel 2020 e le nuove elezioni, nel pieno di una pandemia. La politica ha speculato su queste situazioni e non può liquidare la vicenda con semplici felicitazioni per l'esito dell'inchiesta". Marco Carrel (Pour l'Autonomie) ha espresso "solidarietà umana a tutti i coinvolti nell'inchiesta e grande amarezza per quanto tutto questo ha influito sulla storia politica della nostra Regione".
"Il 16 dicembre 2019, quando iniziò questo triste percorso, il Consigliere Bertin, oggi Presidente, ricordò che questa era innanzitutto una questione politica - ha proseguito Stefano Aggravi (Lega Vda) - che riguardava tutta la società. Il Presidente disse anche che non bastava inseguire un fatto di cronaca quando succede qualcosa e poi dimenticare con la solita velocità della memoria del pesciolino rosso. Perché leggiamo oggi quattro stringate righe dal Presidente del Consiglio? Visto che è sempre stato molto bravo a parlare di coerenza, a puntare il dito contro alcune forze politiche, io chiedo: avete parlato di questo in maggioranza, ha puntato questo indice in maggioranza? Ne ha fatto una questione politica? Sarebbe importante capirlo visto che siete in 18 e forse anche meno".
"Questo esito non può essere usato per abbassare la guardia - ha osservato Erika Guichardaz (Pcp) - sulla contaminazione della 'ndrangheta della Valle d'Aosta: ci stupiamo anche delle parole stringate dette dal Presidente del Consiglio, che nel marzo 2021 quando si aveva avuto notizia del coinvolgimento del Consigliere Testolin, aveva invece parlato di quadro sconfortante e inquietante. Chiediamo quindi al Presidente Bertin se quelle parole oggi siano cambiate o se confermi quanto aveva detto. In attesa di leggere il fascicolo della procura, riteniamo grave che siano sollevate accuse molto gravi, perché c'è una profonda differenza punibile penalmente e una condotta eticamente censurabile". Per Chiara Minelli (Pcp) "sostenere che non sia successo nulla è inopportuno: c'è stata una archiviazione di cui non conosciamo le motivazioni. Visto che abbiamo un Osservatorio antimafia, chiediamo che si attivi su questo fronte per analizzare le motivazioni di questa archiviazione. È poi sorprendente che la proposta di indicare il Consigliere Testolin alla Presidenza della Regione sembri andare nella direzione di un risarcimento: non si sceglie una persona sulla base di questo, non è l'affare interno di un movimento".
"La Magistratura faccia il suo lavoro - ha detto Aurelio Marguerettaz (Union valdotaine) - ma la politica cessi di speculare in modo infame. Io, oggi, me la prendo con la politica e con quella parte della stampa che per qualche vendita o visualizzazione in più, fa dei titoli che descrivono la classe politica come una classe di farabutti. Questa è una speculazione politica. L'avviso di garanzia diventa una condanna, abbiamo dei politici che sono campioni del mondo del tintinnio delle manette. La politica deve fare un esame di coscienza, perché il mondo gira. Oggi, si è chiuso un capitolo, non facciamo gli sciacalli". "Rinnovo la solidarietà ai colleghi - ha detto Paolo Cretier (Fp-Pd) - sia a livello personale che del nostro gruppo.
In Aula oggi si sta cercando di fomentare una situazione: le sentenze non si discutono e non ripartiamo con polemiche sterili che non portano a nulla. Teniamo invece alta l'attenzione sul malaffare".
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