"In questo mondo lacerato da guerre, discordie e disuguaglianze tendiamo le braccia a tutti; facciamo in modo che attraverso le nostre braccia spalancate arrivi un riflesso dell'amore di Dio. Non ci salveremo da soli ma come famiglia: e allora è la fraternità che dobbiamo coltivare fino all'estremo delle nostre forze!". Così il cardinale vicario di Roma, Baldo Reina, ha concluso l'omelia nella messa a San Giovanni in Giovanni in Laterano, dopo aver aperto la Porta Santa nell'atrio della Basilica.
"Oggi, mentre attraversiamo questa Porta che sono le braccia del Padre, il nostro pensiero si rivolge con particolare compassione a coloro che si sentono lontani e indegni e a quelli che portano nel cuore il peso di amarezze profonde e non si sentono più figli amati", ha detto il vicario del Papa: "Pensiamo ai malati, ai carcerati, a chi è segnato dal dolore, dalla solitudine, dalla povertà, dal fallimento; a chi si è lasciato cadere le braccia per sconforto o mancanza di senso; a chi è senza speranza; a chi ha smesso di cercare le braccia del Padre perché chiuso in se stesso o nella sicurezza delle cose del mondo".
L'evento giubilare di oggi, il secondo in una Basilica romana, segue l'apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro e quella nella Casa circondariale di Rebibbia, entrambe da parte di papa Francesco. L'apertura della Porta Santa nella Basilica lateranense, cattedrale di Roma e "madre di tutte le chiese", precede quelle che avverranno a Santa Maria Maggiore il 1/o gennaio alle 17.00 e a San Paolo fuori le Mura il 5 gennaio alle 10.00, da parte rispettivamente dei cardinali arcipreti Stanislaw Rylko e James Harvey. Essa inoltre coincide con le messe di apertura dell'Anno Santo nelle diocesi d'Italia e del mondo, celebrate dai vescovi. Presenti tra gli altri nella Basilica di San Giovanni, affollata da circa tremila fedeli, l'arcivescovo Rino Fisichella, delegato del Papa per l'organizzazione del Giubileo, e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Lunghissima la fila di fedeli che si è formata subito dopo la messa per l'attraversamento della Porta Santa. Intanto all'Angelus, nella festa della Santa Famiglia di Nazaret, papa Francesco ha definito la famiglia, "cellula della società", "un tesoro prezioso da sostenere e da tutelare". "Sapete perché la Santa Famiglia di Nazaret è un modello? - ha chiesto il Pontefice - Perché è una famiglia che dialoga, che si ascolta, che parla. Il dialogo è l'elemento più importante per una famiglia! Una famiglia che non comunica non può essere una famiglia felice". "Pensate bene voi genitori: ascoltate i figli, ne hanno bisogno", ha avvertito Francesco. E "un momento privilegiato di dialogo e di ascolto in famiglia è quello dei pasti. Mai restare chiusi in sé stessi o, peggio ancora, con la testa sul cellulare. Questo non va: mai, mai questo! Parlare, ascoltarsi, questo è il dialogo che fa bene e che fa crescere!".
Sempre all'Angelus, il Papa ha pregato per le famiglie in lutto in seguito all'incidente aereo in Corea del Sud e per quelle che soffrono a causa della guerra: "nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele, nel Myanmar, in Sudan, nel Nord Kivu ha elencato -. Preghiamo per tutte queste famiglie in guerra". A quanto riferito in un'intervista dall'arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, il Papa ha intanto accettato l'invito a recarsi in Ucraina nel 2025, ma al momento una visita papale nel Paese devastato dalla guerra non è confermata dalla Santa Sede. "Non c'è ancora una data stabilita, ma a papa Francesco a volte piace fare sorprese", ha affermato il primate greco-cattolico. "Decidendo di venire in Ucraina, potrebbe annunciare la sua visita appena un mese prima" ha aggiunto.
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