VERONA - Marmomacc, la più importante rassegna dedicata al settore lapideo, che si svolge fino al primo ottobre a Veronafiere ed è giunta alla 51/a edizione, dà voce ad un settore che, tra prodotti grezzi, lavorati, macchine e tecnologie, vanta un interscambio globale di 23 miliardi di euro.
Si tratta di un comparto che gode di buona salute a livello internazionale: pur collegato all'edilizia resta competitivo e improntato a politiche di redditività, con un valore medio per unità di prodotto cresciuto del 7,5% dal 2014 allo scorso anno. Anche l'utilizzo di marmi e graniti nel mondo e in continua crescita, dopo la crisi del 2009. Nel 2015 il consumo è stato pari a 243 metri quadrati ogni mille abitanti, quando era 237 metri quadrati nel 2014 e appena 135 metri quadrati nel 2003. Nelle 2015 la produzione toccato i 140 milioni di tonnellate di materiale. I primi sei produttori (Cina, India, Turchia, Brasile, Iran, Italia) hanno espresso il 70% dell'estrazione mondiale, superando di 30 punti la quota del 1996. Questo conferma la tendenza storica a una progressiva concentrazione, generalmente estesa alle fasi trasformatrici e alla distribuzione. In particolare, la Cina, con circa 45 milioni di tonnellate di materiali estratti, ha consolidato il primato produttivo, portandosi a circa un terzo del volume di marmi e pietre estratti nel mondo. La maggioranza assoluta dei consumi mondiali si riferisce a materiali estratti e spesso trasformati in paesi diversi da quello di posa in opera, alimentando un indotto di grande rilevanza economica, in primo luogo nel campo dei trasporti. Per quanto riguarda le prospettive di sviluppo del settore, le previsioni produttive restano favorevoli, tanto che nel 2020 il volume dei lapidei di pregio estratti nel mondo dovrebbe salire a circa 170 milioni di tonnellate, con un impiego non lontano dei due miliardi di metri quadrati equivalenti.
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