Il legno è la prima fonte di energia per gran parte del genere umano, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove per 2,4 miliardi di persone vuol dire cibo cucinato, acqua bollita e una dimora riscaldata. E con il cambiamento climatico e le preoccupazioni per la sicurezza energetica questo valore del legno sta conquistando sempre più spesso la ribalta. Lo ricorda la Fao in occasione della Giornata internazionale delle Foreste che si celebra il 21 marzo e che avrà come tema proprio 'Foreste ed energia'.
Il legno come combustibile fornisce il 40% di energia rinnovabile, quanto solare, idroelettrico ed eolico insieme e circa il 50% della produzione mondiale di legno (1,86 miliardi di metri cubi) è utilizzato per cottura, riscaldamento e produzione di elettricità, ricorda la Fao fra i messaggi chiave della Giornata internazionale pubblicati on line. L'energia del legno è anche fonte di sviluppo economico visto che quasi 900 milioni di persone, per lo più nei paesi in via di sviluppo, lavorano nel settore. Modernizzare il settore può rivitalizzare le economie rurali e stimolare lo sviluppo delle imprese. Investire nelle foreste può significare così più posti di lavoro. Le foreste, come i terreni boschivi e gli alberi al di fuori delle foreste sono quindi fonti molto preziose. Come gli alberi in città che, se strategicamente posizionati, possono raffreddare l'aria tra 2 e 8 gradi centigradi, rileva la Fao che osserva come a livello globale le foreste posseggano un contenuto energetico di circa 10 volte superiore a quello del consumo di energia primaria annuale del mondo e quindi hanno un potenziale significativo come risorse rinnovabili per soddisfare la domanda globale di energia.
Investire nelle foreste significa anche pensare ad un futuro sostenibile e alla crescita dell'economia verde. "Quando distruggiamo le foreste intacchiamo il loro importante ruolo nel ciclo dell'acqua e nei sistemi idrogeologici, rafforziamo la portata e l'intensità delle alluvioni, dei dissesti idrogeologici, dei processi di desertificazione e dei periodi con forti siccità", rimarca il Wwf mentre "il taglio illegale degli alberi sottrae almeno 10 miliardi a industria e proprietari forestali nel mondo, oltre a essere responsabile del 25% delle emissioni dei gas serra globali" ricorda Maria Cristina D'Orlando, presidente Pfec Italia (Programma internazionale di valutazione degli schemi di certificazione forestale). "Non si salveranno le foreste senza certificazione e gestione attiva del territorio", avverte il Pefc denunciando "la disattenzione verso le politiche a sostegno del nostro patrimonio forestale" pur rilevando la crescita del 15% nel 2016 delle aziende italiane che scelgono di certificarsi per garantire prodotti sostenibili e tracciabili.