Una ventina di bare e 80 urne sono finite in un torrente in seguito al cedimento di un'ala del cimitero. È accaduto a Sant'Agata dei Goti, in provincia di Benevento. "Quell'ala del cimitero franata - commenta il sindaco di Sant'Agata de' Goti, Salvatore Riccio - insisteva su un torrente 'a secco' che con le abbondanti piogge delle ultime ore è tornato a colmarsi di acqua che probabilmente hanno causato il cedimento".
Le famiglie di oltre cento defunti che erano sistemati nelle tombe del blocco crollato nel cimitero di Agata dei Goti sollecitano "interventi urgenti" in giornata per recuperare le salme finite nel vallone. Sollecitato anche l'intervento della magistratura per accertare eventuali responsabilità degli amministratori e dei tecnici "i quali - a dire dei parenti - sarebbero stati a conoscenza delle condizioni statiche del blocco crollato, perché informati sia da segnalazioni dei cittadini che da parte delle forze politiche di opposizione".
"Quanto accaduto a Sant'Agata de' Goti è a dir poco agghiacciante. Esprimo alla città e ai suoi cittadini la mia più totale vicinanza. Sto seguendo da vicino la vicenda e ho già sentito il prefetto, il sindaco Riccio e la consigliera comunale Fusco. Mi auguro che quanto prima sia ripristinata la situazione e che si ponga rimedio a questa catastrofe, che tocca i cuori di tante famiglie colpite nei loro affetti più cari. Se, come viene riportato, la zona era da tempo monitorata vogliamo chiarezza su quanto accaduto, perché scene macabre e irriverenti come queste non accadano mai più". Lo dichiara in una nota Francesco Maria Rubano, deputato di Forza Italia.
Una situazione di pericolo segnalata da tempo e nessun provvedimento preso: lo sostengono, in una nota, i gruppi consiliari di S. Agata dei Goti del Pd e del movimento civico "dei Goti". "La nostra comunità - si legge nel comunicato - oggi piange i suoi cari. Siamo vicini alle famiglie tutte interessate dal crollo. L'odierno cedimento strutturale di una parte del cimitero del centro cittadino è stato da tempo evidenziato, sollecitato e sono stati chiesti interventi urgenti. Le soluzioni tecniche/amministrative già individuate oltre tre anni fa sono state 'bocciate e cancellate' senza che venisse programmata nel contempo una nuova urgente soluzione al problema". "Non ultimo, ad ottobre scorso - conclude la nota - dopo interrogazioni in merito mai riscontrate avevamo formalizzato anche la richiesta di un Consiglio comunale specifico. Soluzioni individuate, sollecitate ma mai attuate".