(ANSA) - NAPOLI, 04 MAG - Sarà inaugurata mercoledì 10
maggio, alle 18:30, nelle sale dell'archivio della Fondazione
Banco di Napoli la mostra di Lucio Afeltra 'Residuo Greco',
curata da Massimo Bignardi: una installazione il cui proposito
è dare all'immaginazione il senso di presenza, dell'abitare un
luogo, un'agorà, annunciano i promotori.
"Questa mostra realizzata con il sostegno della Fondazione
Banco di Napoli - commenta il presidente Orazio Abbamonte - è un
ulteriore contributo che essa offre al processo di promozione e
valorizzazione del patrimonio culturale, nel caso specifico di
un'esperienza di arte contemporanea, segno di un evidente
processo di rinnovamento che connota l'attuale panorama
artistico italiano". L'Archivio Storico del Banco di Napoli,
nella sua struttura architettonica, si sottolinea, "segue un
percorso labirintico: stanze che si aprono una dopo l'altra,
dalle alte pareti di scaffali, dai quali si affacciano faldoni,
reclinati come dormienti, segnati, anno dopo anno, secolo dopo
secolo, da grandi cifre nere". "L'artista si è calato,
metaforicamente, in ciascun documento - spiega Bignardi - ne ha
ascoltato le voci, ne ha percepito i gesti; insomma, è entrato
nel vivo dell'agorà".
All'agorà si accede dopo aver attraversato altri luoghi
metaforici, stanze allineate una dopo l'altra, che s'incontrano
appena varcata la soglia d'ingresso dell'Archivio. In mostra tre
dipinti del 2016, tratti dal ciclo Bosco nel Teatro. Nella sala
successiva, Senza titolo, un dipinto su lamiera con interventi
di resina sintetica, anch'esso del 2023. La terza stanza, che
precede quella dell'agorà, suggerisce l'idea della Sala delle
metope, prendendo spunto dal Museo Archeologico Nazionale di
Paestum. Fogli disposti ai lati d'ingresso all'agorà che, seppur
nell'irregolarità del linguaggio, testimoniano l'interesse
dell'artista per il disegno, per la sua capacità di farsi
progetto e, al tempo stesso, dettato pittorico, ornamentale,
narrazione.
"Residuo Greco è una complessa installazione alla quale, da
tempo lavoro - commenta Afeltra - con il proposito di dare
all'immaginazione il senso di presenza, quindi dell'abitare un
luogo e precisamente all'interno di un archivio". (ANSA).