(ANSA) - NAPOLI, 29 MAG - Dalle prime luci dell'alba, la Polizia di Stato e l'Arma dei Carabinieri, su delega della Procura Distrettuale Antimafia (pm Celeste Carrano e Urbano Mozzillo) presso il Tribunale di Napoli, hanno condotto una vasta attività di polizia giudiziaria nei confronti di esponenti di gruppi criminali operanti nel centro cittadino e, in particolar modo, nella zona dei Quartieri Spagnoli della città. Una cinquantina gli arresti eseguiti nei confronti di soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.
SMANTELLATA UNA PIAZZA DI SPACCIO DA DUE MILIONI L'ANNO
E' stata capace di produrre un volume d'affari giornaliero stimato dalla Squadra mobile e dai carabinieri di Napoli tra 4.000 e 4.700 euro - circa due milioni all'anno - la cosiddetta piazza di spaccio "della Sposa" in vico Canale a Taverna Penta, nel Quartieri Spagnoli di Napoli. E' quanto emerge dalle informative di polizia e carabinieri inserite nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli. All'alba sono state notificate una cinquantina di misure cautelari su richiesta della Dda (pm Celeste Carrano e Urbano Mozzillo). Qualche anno fa la piazza di spaccio "della sposa" si era guadagnata la ribalta delle cronache sul web anche per essere stata erroneamente registrata su Google Maps come un'attività commerciale. A gestire il fiorente smercio della droga è il gruppo malavitoso facente capo a Carmine Furgiero. Le consegne avvenivano attraverso il cosiddetto "posto fisso" (il cliente acquista la sostanza stupefacente in loco) ma anche a domicilio. A tenere sotto controllo l'attività ci sono "sentinelle" a piedi e su scooter, pronte a segnalare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine.
IN CASO SEQUESTRO DOSE IN 'OMAGGIO' A CLIENTE ESIBENDO VERBALE
A Napoli la vendita della droga ha fatto un 'passo in avanti': se il cliente subiva un sequestro da parte delle forze dell'ordine, esibendo il verbale poteva ottenere dal pusher un'altra dose, ma gratis. Tra gli episodi di spaccio documentati nell'ambito delle indagini è stato scoperto che la droga veniva consegnata ai clienti attraverso un cesto calato da finestre e balconi. Nel caso in cui, invece, il cliente veniva accompagnato dal pusher nell'abitazione, la porta veniva chiusa e le chiavi lanciate all'esterno. I provvedimenti sono frutto delle indagini interforze svolte tra il 2018 e il 2020: le attività hanno documentato l'esistenza, in particolare, nei quartieri spagnoli della città di alcuni gruppi criminali in rapporti con il clan Mazzarella e con il clan Contini. Il primo gruppo è capeggiato da Eduardo Saltalamacchia, da Vincenzo Masiello, e da Antonio Esposito. Questo gruppo era debito in particolare alle estorsioni, allo spaccio di droga, in particolare tra le zone della Pignasecca, di largo Baracche e della Speranzella. In queste località partenopee Saltalamacchia aveva ripreso il controllo dopo la sua scarcerazione, avvenuta nel dicembre 2019. Sono emersi, inoltre, rilevanti indizi riguardo l'esistenza nel cuore dei Quartieri Spagnoli di un altro gruppo criminale, guidato dalla famiglia Masiello. Questo gruppo, secondo gli investigatori, sarebbe guidato da Antonio Masiello e da suo figlio Vincenzo. Entrambi avrebbero gestito una fiorente piazza di spaccio presidiata 24 ore su 24 da vedette armate. La droga veniva confezionata in uno stabile che si affaccia su Vico Teatro Nuovo. Documentata anche l'esistenza di un gruppo criminale facente capo al pregiudicato Carmine Furgiero, alias "o'pop", e al figlio Luigi. Anche loro gestivano un fiorente traffico di stupefacenti nella zona di vico Canale a Taverna Penta, che da anni sovvenziona i clan malavitosi dei Quartieri. Le indagini hanno ricostruito anche attraverso le immagini di sistemi di videosorveglianza la frenetica attività di vendita al dettaglio della droga posta in essere presso la famigerata piazza di spaccio della sposa, coincidente proprio con i luoghi nei quali insistono le abitazioni della famiglia Furgiero. Ancora è stato dimostrato come lo stesso gruppo criminale si avvalesse di numerosi pusher che, a seguito di contatti telefonici, provvedevano a recapitare le dosi di stupefacente a domicilio, direttamente presso le abitazioni dei clienti o in luoghi convenuti con gli stessi. Proprio in vico Taverna Penta, il 18 maggio 2020, gli spacciatori furono raggiunti da colpi di arma da fuoco e risposero ad appartenenti ad un gruppo criminale contrapposto che intendeva affermare il predominio sull'area, imponendo il pagamento della tangente estorsiva. Lo spessore criminale del sodalizio in parola è stato comprovato dalla ricostruzione del citato episodio in occasione del quale, a seguito di un diverbio, alcuni degli indagati, sostenuti dal gruppo criminale diretto da Eduardo Saltalamcchia, Antonio Esposito e Vincenzo Masiello, ingaggiarono uno scontro a fuoco con pistole e mitragliette, a seguito del quale alcuni di loro riportarono anche ferite.
COCAINA CONTRASSEGNATA "ADIDAS" O "ROLEX" SECONDO LA QUALITÀ
I panetti di cocaina contrassegnati con il simbolo Rolex sono di qualità superiore rispetto a quelli con il marchio Adidas: scoprono anche questo i carabinieri e la Squadra Mobile che oggi all'alba hanno sgominato, con 53 misure cautelari, tre gruppi camorristici dei Quartieri Spagnoli di Napoli che facevano affari principalmente con la droga ma che stavano già cercando di diversificare il loro business. La circostanza emerge da una conversazione registrata a casa di Vincenzo Masiello, capo di uno dei tre gruppi appartenenti al cosiddetto "triumvirato" malavitoso. "Ma mica è Adidas", dice uno degli interlocutori di Masiello. E lui risponde: "Nooo... quando mai... guarda qua... lo vedi come scende? La consistenza...". Dal tenore si evince che l'interlocutore di Masiello è uno conosce bene quali sìano i canali di approvvigionamento e gli consiglia di rivolgersi a quelli di Torre Annunziata che vendono la cocaina a 32-33 euro al grammo. Inoltre sono anche in grado di fargliela arrivare attraverso un corriere. Droga che Masiello avrebbe potuto smerciare ai grossisti della sua zona a prezzi vantaggiosi.
ORDINE DEL BOSS, 'CHI HA SPARATO CONTRO LA CASERMA SI COSTITUISCA'
Le ricerche da parte delle forze dell'ordine degli autori degli spari contro il comando provinciale dei carabinieri di Napoli del primo marzo 2020, scattati per ritorsione dopo la morte del baby rapinatore Ugo Russo, stavano rovinando gli affari nelle piazze di spaccio dei Quartieri Spagnoli e uno dei capi dei gruppi malavitosi locali decise di chiedere ai genitori dei due protagonisti del raid di far costituire i figli. Emerge da una intercettazione contenuta nell'ordinanza con la quale il gip di Napoli Carla Sarno, su richiesta della DDA, ha disposto oggi decine e decine di arresti notificati all'alba dai Carabinieri e dalla Squadra Mobile di Napoli. La ritorsione scattò subito dopo la morte di Ugo Russo, il quindicenne ucciso la notte del 29 febbraio del 2020, nei pressi del borgo di Santa Lucia, a Napoli, mentre cercava di rapinare l'orologio al militare in compagnia di un complice. A manifestare l'intenzione di chiedere che i due ragazzi si costituissero è, secondo la conversazione, Eduardo Saltalamacchia, capo dell'omonimo gruppo malavitoso, oggi raggiunto da una misura cautelare. Saltalamacchia voleva recarsi da Carmine Furgiero (anche lui elemento di spicco di un gruppo malavitoso, colpito oggi da un ordine di arresto): "Mò devo andare pure là da 'o pop (il soprannome di Carmine Furgiero).. mi devo litigare 5 minuti". Vincenzo Sammarco, 22 anni, e Giovanni Grasso, 23 anni, quest'ultimo cugino di Ugo Russo, reo confessi, sono stati arrestati il successivo 9 marzo per quella "stesa" in scooter contro la sede del comando provinciale dei carabinieri di Napoli.
INTERCETTAZIONE, 'LE PULIZIE IN OSPEDALE?CI STANNO I VASTARELLA
"E' venuto questo compagno mio, mi ha detto... tenevo il bando ma mi hanno tolto di mezzo e ci stanno i 'Vastarella', sta uno che appartiene ai 'Vastarella', l'impresa di pulizie dentro ai Pellegrini (noto ospedale che si trova nel cuore di Napoli) tiene 26 persone a lavorare, questa impresa di pulizie". Fa ritenere agli inquirenti che l'appalto delle pulizie nell'ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli sia nelle mani della camorra questa intercettazione contenuta nell'ordinanza con la quale oggi il gip di Napoli Carla Sarno, su richiesta della Dda, ha disposto una cinquantina di misure cautelari notificate all'alba dai Carabinieri e dalla Squadra Mobile di Napoli. Al momento non ci sono riscontri investigativi che confermano i contenuti di intercettazione. La frase viene pronunciata intorno alle 17,11 del 30 marzo 2020, a casa di Vincenzo Masiello, nel corso di una conversazione a cui prendono parte, tra gli altri, Vincenzo Masiello e Eduardo Saltalamacchia, elementi di spicco del gruppo camorristico dei Quartieri Spagnoli di Napoli. L'incontro riguarda la proposta rivolta a Saltalamacchia da parte di uno dei suoi interlocutori (Antonio Masiello) di inserirsi nel lucroso affare della vendita dei posti di lavoro, imponendo "a titolo estorsivo" l'assunzione di personale alle ditte.
PUNITO PERCHÉ 'RIBELLE' PADRE BABY RAPINATORE UCCISO DA PS'
Venne ucciso perché non si era piegato alle logiche criminali del "sistema", definita anche "la paranza dei Quartieri Spagnoli", Ciro Caiafa, padre di Luigi Caiafa, il baby rapinatore 17enne ucciso per legittima difesa il 4 ottobre del 2020. E' quanto viene sostenuto nell'ordinanza con la quale oggi il gip di Napoli Carla Sarno, su richiesta della Dda, ha disposto oggi una cinquantina di misure cautelari notificate all'alba dai Carabinieri e dalla Squadra Mobile di Napoli. Le indagini della Squadra Mobile e dei carabinieri hanno consentito di delineare la struttura criminale dei Quartieri Spagnoli (composta dai tre gruppi facenti capo a Antonio Esposito, Vincenzo Masiello, a suo padre Antonio, e a Eduardo Saltalamacchia) che imponevano ai pusher l'acquisto della droga e il pagamento di una tangente settimanale e che era pronta a punire chi si ribellava. Il figlio di Ciro Caiafa, Luigi, tentò di rapinare alcuni giovani nel cuore di Napoli insieme con un complice, Ciro De Tommaso, figlio di Genny 'a Carogna (quest'ultimo protagonista della 'trattativa' durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina del 2014 caratterizzata dall'uccisione del tifoso Ciro Esposito). Puntò contro l'agente che intervenne una pistola poi rivelatasi un giocattolo privo del tappo rosso. Il poliziotto sparò, per legittima difesa, e lo uccise. La sua posizione è stata archiviata dall'autorità giudiziaria. La storia di Luigi è contrassegnata anche dalla rimozione di un murales abusivo, che lo raffigurava, nei pressi di via dei Tribunali, uno dei decumani del capoluogo partenopeo.
DAL BOSS 300 EURO PER I FUNERALI DI UGO RUSSO
"Ho dato 300 euro al ragazzo che è morto per le esequie.. perché diceva che la famiglia non aveva i soldi...". A parlare, nell'intercettazione registrata dagli investigatori dei carabinieri e della polizia di Napoli, che all'alba hanno notificato 53 misure cautelari, è Vincenzo Masiello, capo di uno dei tre gruppi malavitosi dei Quartieri Spagnoli sgominati oggi. La conversazione - contenuta dell'ordinanza del gip Carla Sarno - risale al 7 marzo 2020, due giorni prima della dei funerali di Ugo Russo, il quindicenne ucciso la notte del 29 febbraio del 2020, nei pressi del borgo di Santa Lucia, mentre con un complice cercava di rapinare l'orologio a un carabiniere. Masiello - scrive il gip - riferisce che era in atto una raccolta di soldi per il ragazzo deceduto e aggiunge anche che, se avesse saputo che la ditta per le esequie era quella di Armando Perrella, si sarebbe proposto di offrirgliele personalmente: l'impresa di Perrella è una società riconducibile alla camorra a cui i carabinieri hanno notificato una interdittiva antimafia.