"Ritengo fondamentale nella fase emergenziale regolarizzare gli extracomunitari che ricevano offerte di lavoro ma anche, al contempo, assicurare la cumulabilità delle prestazioni di sostegno al reddito con rapporti di lavoro", ha detto la ministra, nel precisare che "questo impianto si connette a quanto sullo specifico del tema lavoro abbiamo voluto nel Cura Italia, arricchito dal confronto in quest'Aula".
"Ci sono altri lavoratori - ha detto la ministra -, invisibili ai più, i cosiddetti irregolari, che secondo le stime sono 600 mila, che vivono in insediamenti informali, sottopagati che già lavorano in Italia alla mercé di quella criminalità che chiamiamo caporalato e che per me significa mafia. Senza furori ideologici o ipocrisie o è lo Stato a farsi carico della vita di queste persone o è la criminalità organizzata a sfruttarla".
"Il governo - ha spiegato Bellanova - ha già adottato misure di potenziamento delle azioni di tutela della salute dei cittadini migranti residenti negli insediamenti irregolari, al fine di prevenire la diffusione del contagio da Covid-19 in tali contesti particolarmente a rischio, ma non è sufficiente". "Al tempo stesso - ha aggiunto la ministra - so bene come questa crisi provocherà e lo sta già facendo, l'uscita dal mondo del lavoro di molte persone, come ad esempio gli stagionali del turismo e della ristorazione, come tanti precari di altri settori. Per questo ho rimarcato l'indispensabilità di intraprendere percorsi strutturali, più coraggiosi e incisivi".
Questo perchè, ha puntualizzato la ministra, "dobbiamo dare risposte a una platea così ampia e complessa e non è più possibile tollerare in questo Paese la piaga del lavoro nero".
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