"Si rassegnino Gravina e tutti quelli che difendono un sistema antistorico: la politica è la gente, i tifosi, e il Parlamento rappresenta il popolo. Guai a metterne in discussione l'autorita'". Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia che con il suo emendamento al dl Sport mette in forte discussione l'attuale organizzazione federale, ha seguito la partita della nazionale tifando come tutti. "Ero con familiari e amici - racconta al telefono con l'ANSA - e alla fine ho quasi frantumato un servizio di bicchieri, tanto era il nervosismo per l'arrendevolezza della mia nazionale. Ma non e' questione di una singola partita...". Prima ancora della delusione da tifoso, nei giorni scorsi aveva firmato un testo da inserire nel dl Sport che smantellerebbe il sistema per come lo conosciamo attribuendo autonomia a una Lega di Serie A in stile Premier League.
Gravina nei giorni scorsi era già stato critico e nella conferenza stampa in Germania in cui ha intimato alla politica di non fare invasione di campo con richieste di dimissioni ha ribadito le critiche alla norma. "Leggo che di notte e' stato presentato l'emendamento di un deputato di Forza Italia...", uno dei passaggi dello scetticismo espresso dal presidente Figc.
"Ho gia' evitato di rispondere a Gravina quando ha liquidato il mio emendamento come 'provocazione' , dimostrando in questo un interesse personale e personalistico, quando invece quello e' un emendamento di sistema che va oltre le persone", dice ancora Mulè. "Se il presidente della Figc riuscisse a guardare oltre il suo naso, si renderebbe conto che questo sistema fa acqua da tutte le parti ed e' naufragato con la nazionale agli ultimi Europei - e' la covinzione di Mulè -. Ma quello degli Europei e' solo l'ultimo episodio di una serie di errori che si sommano per la difesa di un sistema antistorico, che io voglio cambiare. E non lo faccio col favore delle tenebre - aggiunge alludendo alle parole di Gravina - come magari sono abituati a fare in federazione con manovre che sanno del vecchio teatrino della politica. Lo faccio alla luce del sole, nel luogo che e' deputato a farlo, il Parlamento; e guai se si mette in discussione l'autorita' dell Parlamento che rappresenta il popolo italiano. Se ne faccia una ragione Gravina, se ne facciano una ragione tutti coloro che difendono l'indifendibile "La politica sono le persone, sono i cittadini, i tifosi. La politica rappresenta il popolo italiano. Forse Gravina non ha capito una cosa fondamentale, la politica non e' la brutta bestia o il fantasma che viene a turbare il suo sonno di notte, non e' portatrice di interessi particolari, rappresenta gli interessi del popolo - prosegue il vicepresidente della Camera -. Lui non vive in una torre d'avorio". Gravina "parla di provocazione, e tra l'altro mi ricorda in questo Alberto Sordi, 'tu m'hai provocato e io me te magno...', ma se ha qualcosa da dire su quell'emendamento, entrasse nel merito, lui e gli altri, e dicesse cosa ha di sbagliato. Ma non dicono nulla, perche' difendono un sistema antistorico condannato dalle figure barbine che continuiamo a inanellare in ambito internazionale".
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