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Ramy, frame agli atti anticipano contatto tra scooter e Gazzella

Ramy, frame agli atti anticipano contatto tra scooter e Gazzella

Il TMax potrebbe aver percorso altri metri prima dello schianto

MILANO, 20 dicembre 2024, 11:32

Redazione ANSA

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Nella relazione finale depositata ai pm dagli agenti della Polizia locale di Milano vi sono alcuni frame che anticipano, rispetto ai primi accertamenti, il contatto tra la vettura dei carabinieri e lo scooter in sella al quale fuggivano Ramy Elgaml, 19enne egiziano morto il 24 novembre, e il conducente Fares Bouzidi, 22 anni, tunisino, rimasto ferito.

Lo anticipano a un momento precedente a quello in cui lo scooter Tmax svolta a sinistra impegnando l'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, in zona Corvetto, nel capoluogo lombardo, al termine di un lungo inseguimento per le vie cittadine.

Il momento del contatto non è ripreso nei frame ma, sulla scorta dei fasci di luce e altri elementi potrebbe essere accaduto prima dell'incrocio e in un frame si nota che dopo il contatto, e prima che lo scooter svolti, vi è ancora spazio tra il mezzo a due ruote e la pattuglia dei carabinieri.

I due giovani, quindi potrebbero non esser caduti nel momento in cui sono stati toccati ma aver percorso ancora alcuni metri prima di schiantarsi contro il muretto di un benzinaio. Ramy è morto in ospedale per la dissezione dell'aorta: non è ancora certo se per l'impatto con il muretto o con un palo di un semaforo divelto dall'auto dei carabinieri che così ha terminato la sua corsa. Non aveva lesioni importanti alla testa, nonostante durante la fuga avesse perso il casco.

Lo scooter presentava delle strisciate di vernice sulla destra al fianco della pedana e il danneggiamento della fascetta che regge la marmitta.
 

Nell'inchiesta sono stati iscritti per i reati di frode processuale e depistaggio e per favoreggiamento personale due carabinieri mentre era già stato indagato per omicidio stradale il vicebrigadiere alla guida della macchina che ha inseguito i giovani.

Si valuta anche l'ipotesi di falso perché non è stato fatto cenno all'urto nel verbale di arresto per resistenza del 22 enne mentre, in relazione alle altre accuse, i militari avrebbero chiesto a un testimone di cancellare un filmato dal telefono (anche su questo è stata disposta una consulenza).

L'omicidio stradale è contestato anche al 22enne tunisino che guidava lo scooter il quale, dopo essere stato arrestato per resistenza, dai domiciliari ha ora ottenuto l'obbligo di presentazione alla pg anche in considerazione delle sue condizioni di salute.
   

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