(ANSA) - CAMPOBASSO, 15 FEB - A distanza di oltre un anno e
mezzo dal giorno dell'incidente, avvenuto il 13 giugno del 2020,
la Procura di Isernia ha chiuso le indagini sull'incidente sul
lavoro costato la vita a Domenico D'Amico, 22 enne di Bojano
(Campobasso) che morì schiacciato da una pressa in una azienda
del nucleo industriale di Pozzilli (Isernia). E' stato chiesto
il rinvio a giudizio per alcuni responsabili della società, la
Serioplast Spa e dello stabilimento di Pozzilli. Lo rende noto
l'avvocato Quirino Mescia, legale della famiglia della vittima.
"La famiglia D'Amico - afferma l'avvocato -, che in questo lasso
di tempo ha preferito rimanere in silenzio, evitando anche di
commentare le dichiarazioni inopportune e le voci di quanti,
nell'immediatezza dei fatti, in modo a dir poco discutibile,
avevano addirittura ipotizzato una responsabilità del ragazzo
nel verificarsi dell'incidente, non può che prendere atto di
questo primo ed importante passo nell'affermazione della verità
dei fatti e nel rendere giustizia ad un ragazzo vittima del
lavoro". Per il legale la richiesta di rinvio a giudizio "inizia
a fare chiarezza e sgombra il campo da equivoci ed insinuazione
sulla condotta di Domenico e sulle responsabilità di quel
drammatico incidente, chiarendo che il povero Domenico non ha
posto in essere alcun comportamento imprudente o azzardato, non
è stato responsabile dell'incidente, ma ha pagato con la propria
vita colpe non sue, carenze formative, guasti nel funzionamento
dei macchinari e dei sistemi di sicurezza". La famiglia D'Amico
confida nell'operato della magistratura e spera che la morte del
22enne "possa almeno servire da stimolo a prestare maggiore
attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro ed al rispetto
delle normative, perché nessuna famiglia debba più piangere un
figlio uscito per andare a lavorare e mai più tornato a casa".
(ANSA).