Il fotoromanzo, genere di racconto in voga per decenni sino agli anni Ottanta, per entrare nel mondo di Boccaccio. Con gli studenti che indossano i costumi dell'epoca e diventano attori per interpretare i personaggi di Andreuccio da Perugia. Con qualche variazione: il protagonista si chiama Peppixeddu, non va ad acquistare cavalli spostandosi dall'Umbria alla Campania. Ma parte da Sorso e arriva a Oristano. Altra particolarità: i personaggi parlano in lingua sarda. Il libretto di 28 pagine presentato al Centro di Aggregazione sociale di Isili si intitola "S'aneddu de munsenori" ed è il frutto del laboratorio di lingua sarda realizzato nella classe 2/a A Tur dell'istituto Zappa-Pitagora di Isili, anno scolastico 2021/22.
Il lavoro è liberamente tratto da "Andreuccio da Perugia" di Giovanni Boccaccio. Il progetto è stato realizzato dalla professoressa Maria Laura Serra, docente responsabile del progetto per l'uso veicolare della lingua sarda, Insulas, in collaborazione con la professoressa Simona Ballai, docente di sostegno e con l'esperto esterno professor Guido Cadoni. Nella squadra Tonio Boi, docente di geografia, Eugenio Fadda, storia, Massimiliano Meloni, diritto, fotografie della professoressa Carla Usai.
Il resto lo hanno fatto i ragazzi. "Un bel lavoro di gruppo - ha detto il professor Cadoni, insegnante di diritto ma l'anno scorso formatore per la lingua sarda a Isili - che ha coinvolto i ragazzi e i docenti. Il fotoromanzo? Gli studenti non lo conoscevano, ma sono subito apparsi incuriositi e hanno partecipato con grande entusiasmo. Un lavoro importante anche per l'approfondimento non solo linguistico, ma anche storico: del Medioevo in Sardegna a scuola sì parla davvero poco".
Il progetto, finanziato dalla Regione, è partito - in italiano - con l'analisi del Decameron e del contesto dell'opera. Poi l'approfondimento storico, geografico, sociale e culturale sulla Sardegna dell'età giudicale con particolare attenzione alla figura di Eleonora D'Arborea. Quindi la traduzione: dalla novella "Andreuccio da Perugia" si è passati a "S'aneddu de munsenori".
Poi l'ingresso nel mondo del fotoromanzo. Suddivisione della novella in sequenze e "quadri" e costruzione di didascalie e dialoghi in lingua sarda. Poi riproduzione fotografica dei quadri con i personaggi in ambientazione e costumi medioevali al Castello di Sanluri con i costumi affittati presso l'associazione culturale "Gli arcieri". E quindi la stampa: opera pubblicata come una storia illustrata completa di foto, dialoghi e didascalie in lingua sarda. Ieri la presentazione: le circa 300 copie del fotoromanzo sono andate a ruba.
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