Domani è l'8 marzo, Festa delle donne, in cui si celebra la Giornata internazionale della donna. Cortei, assemblee, astensione dal lavoro, compreso quello domestico: sarà un 8 marzo poco celebrativo e molto di protesta, in Italia ma anche in altri 40 Paesi. Come negli anni '70, le femministe si sono riprese la scena ('basta mimose e cioccolatini') e hanno indetto uno sciopero globale, chiedendo l'adesione ai sindacati. All'appello hanno risposto solo le sigle di base e la Flc Cgil, che hanno indetto uno sciopero generale di 24 ore che interesserà i trasporti, locali e non, la scuola e la sanità. Lo sciopero, promettono le promotrici, coinvolgerà lavoratrici dipendenti, precarie, autonome, disoccupate, studentesse, casalinghe. E le forme potranno essere molteplici: non solo l'astensione dal lavoro, ma anche modalità alternative come lo sciopero bianco, l'astensione dal consumo, l'adesione simbolica, il picchetto, lo sciopero digitale. A Roma, un corteo partirà nel pomeriggio dal Colosseo e arriverà a Trastevere.
In occasione delle celebrazioni per la Giornata Internazionale delle Donne dell'8 marzo la Cisl ha scelto, insieme a Cgil e Uil, di aderire alle iniziative promosse dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES) dedicate quest'anno al tema della disparità salariale tra uomini e donne. "Non abbiamo ritenuto di indire scioperi dimostrativi che avrebbero creato solo divisioni nel mondo del lavoro e disagi ai cittadini - dice la segretaria confederale responsabile dell'Organizzazione, Giovanna Ventura - snaturando il significato di questa ricorrenza. Faremo tante iniziative nei territori e con le nostre categorie con lo slogan "Le donne sono il cuore dell'economia europea", nell'intento di richiamare ancora una volta l'attenzione di tutte le istituzioni sui problemi occupazionali delle donne, sul diritto ad una piena ed effettiva parità in ambito sociale, sul contrasto duro e determinato alla violenza di genere, sulla lotta ad ogni forma di discriminazione.
"La festa dell'8 marzo sarebbe incompleta se non pensassimo anche alle donne immigrate e rifugiate che hanno lottato per affermarsi nel nostro Paese". Così Emma Bonino, davanti ai cronisti della Stampa estera, lancia "Donne anche noi. Storie di fuga e riscatto", una iniziativa per celebrare in modo diverso la tradizionale festa dell'8 marzo, con uno sguardo rivolto alle nuove italiane, nate in paesi lontani, ma ora parte integrante della nostra società. L'ex ministro è accompagnata da alcune donne africane, tutte con storie diverse, a volte difficili, ma ora pienamente integrate, unite dalla voglia di avere un futuro in Italia. "Per loro - osserva Bonino - è importante essere considerate finalmente persone e non soltanto delle vittime.
La nostra sarà una giornata non 'per' ma 'con' le donne, le cui storie positive sono la prova che la buona integrazione passa anche e soprattutto dalla possibilità di affermare il proprio talento e la voglia di contribuire con il lavoro alla vita della nostra comunità". Accanto a Bonino, Habiba Outtara, rifugiata dalla Costa d'Avorio accolta dal centro Astalli a Roma, che ha fondato una piccola impresa di catering. Quindi Agitu Ideo Gudeta, scampata per miracolo alla repressione del regime militare etiope, oggi rifugiata in Trentino, in Val Gresta dove lei, discendente di pastori nomadi, alleva 80 capre e nell'ambito di un programma, "capra felice", di una economia agricola sostenibile. Infine, la storia drammatica di Princess Okokon, nigeriana, ex vittima della tratta, che dopo aver vissuto il dramma dello sfruttamento sessuale, è riuscita a liberarsi dai suoi aguzzini e oggi è una mediatrice di un programma di integrazione ad Asti, dove grazie al lavoro suo e del Piam (Progetto Integrazione Accoglienza Migranti) è riuscita a togliere 200 donne dal racket della prostituzione, dando loro assistenza legale, medica e corsi di formazione per offrire un futuro lontano dalla strada. Presente all'incontro anche Igiaba Scego, scrittrice italo-somala, impegnata nella campagna per la riforma della legge sulla cittadinanza e Antonella Soldo, presidente dei Radicali Italiani.
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