L'8 marzo è la Giornata internazionale della donna, una giornata per non dimenticare: per ricordare le discriminazioni e le disuguaglianze che ancora oggi tante donne, bambine e adulte, sono costrette a subire, e le difficoltà che si incontrano per affrontarle e superarle, ma anche per ricordare le conquiste di parità ottenute nei decenni.
Quest'anno le donne della rete "Non una di meno" hanno deciso di aderire, proprio l'8 marzo, allo sciopero globale lanciato in Argentina e poi ripreso da una quarantina di Paesi nel mondo.
Poi ci sono quelle donne che ogni giorno, attraverso il loro lavoro, testimoniano nel mondo il coraggio di lottare, soprattutto in quelle zone dove la disuguaglianza resta forte: eccole quelle donne che cambiano il mondo, ecco quei volti e quelle storie tutte al femminile.
La dispartità uomo-donna è ancora evidente nei cosiddetti 'posti di comando': anche se donne come Angela Merkel, Theresa May ma anche la nostra Federica Mogherini, sono esempi di quante sono riuscite ad ottenere ruoli apicali di potere a livello europeo a discapito di colleghi maschi, la parità resta ancora un miraggio, però, soprattutto se si guarda ai dati che dicono che, di fatto, è ancora fermo al 30% il dato delle donne nei posti che contano.
L'Italia - emerge dai dati Eurostat - è ultima in Europa per numero di donne manager e seconda per la maggiore differenza salariale rispetto agli uomini. Il quadro complessivo europeo non è migliore: i due terzi delle posizioni manageriali nell'Ue sono occupate da uomini (4,7 milioni contro 2,6 milioni) e, nel caso in cui vi sia una donna, questa viene retribuita in media il 23% in meno per le stesse funzioni dirigenziali. Le donne, quindi, nonostante rappresentino approssimativamente metà degli occupati nell'Ue, continuano a essere sotto rappresentate tra i manager. In base ai dati 2014 relativi alle imprese con 10 o più dipendenti, l'Italia insieme a Germania e Cipro è il Paese Ue con il minor numero di donne manager, appena il 22%, seguita a breve distanza da Belgio e Austria (23%), e Lussemburgo (24%).
Grandi assenti anche dai vertici della ricerca, in Italia come in molti altri Paesi, le donne vivono ancora nell'ombra nei laboratori scientifici e nelle universita'. Nonostante molte ricercatrici siano esempi di eccellenza riconosciuti a livello internazionale, la maggior parte non riesce ancora ad emergere come meriterebbe.
L'8 marzo diventa anche l'occasione per non distogliere l'attenzione sulla violenza, troppo spesso quotidiana, contro le donne: una strage continua dentro e fuori le mura domestiche, che racconta di oltre cento vittime, solo nel nostro Paese, ogni anno.
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Ed è solo di di pochi giorni fa la notizia della Corte europea dei diritti umani che ha condannato l'Italia per non aver agito con sufficiente rapidità per proteggere una donna e suo figlio dagli atti di violenza domestica perpetrati dal marito che hanno poi portato all'assassinio del ragazzo e al tentato omicidio della moglie.
Tra le donne che hanno fatto la storia c'è sicuramente da ricordare Valentina Tereshkova, la 'donna delle stelle' che il 14 giugno del 1963 divenne la prima cosmonauta a viaggiare nello spazio, e che proprio questa settimana, ha compiuto 80 anni. E tra le giovani donne che con la propria vita sono un esempio positivo, c'è la campionessa Bebe Vio, che appena ventenne, è un'icona di personalità e determinazione.
Secondo uno studio Ocse, le donne italiane dedicano in media al lavoro "non pagato", ovvero quello per la cura dei figli, dei parenti e della casa oltre cinque ore al giorno piazzandosi al quarto posto tra i Paesi Ocse. Il dato risente della scarsa collaborazione dei partner nel nostro Paese che, con appena 100 minuti al giorno in media, si piazzano al quarto posto tra i meno impegnati nelle attività di cura della famiglia.
In occasione dell'8 marzo scendono in campo le atlete: il Governo e il Coni si facciano carico di una reale tutela delle atlete madri. Lo chiede Assist, associazione nazionale atlete con la campagna "Atlete PER il diritto alla maternità".
Un pò di storia: era il marzo del 1947, 70 anni fa, quando veniva approvato l'articolo 3 della Costituzione, che sanciva l'uguaglianza per le donne. Solo da un anno le italiane avevano conquistato il diritto al voto.
APPROFONDIMENTO - Il Femminismo, questo sconosciuto. La generazione Z, quella dei nativi digitali e di YouTube, ne ignora il significato e non lo studia a scuola, come accade del resto a buona parte della storia contemporanea. I più fortunati arrivano al suffragio universale del 1945. Eppure, dice Emma Bonino, tra le protagoniste delle battaglie degli anni '70, ''è impossibile non dirsi femministe''. E dunque ecco il femminismo spiegato a mia figlia.
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