Due ragazzini di 10 e 12 anni sono
stati sottoposti a formale interrogatorio in caserma, per essere
entrati in un immobile disabitato dove, avrebbe spiegato il più
piccolo, era finito il pallone con cui stava giocando. E'
successo in provincia di Rimini e i due sono stati destinatari
di un invito a comparire della Procura per i minorenni (pm
Simone Purgato), dopo la querela del proprietario della casa,
accusati di invasione di edifici in concorso.
"Sono stato molto sorpreso da questa convocazione di fronte
ai carabinieri", ha detto l'avvocato Alfonso Marra, che li
assiste. Il fatto contestato risale a fine aprile. Il più
grande, ha riferito il legale, ha spiegato che non era presente,
mentre l'altro ha detto di essere entrato da una finestra
aperta, per prendere un pallone. Un vicino li ha visti e, forse
pensando si trattasse di ladri, ha avvisato il proprietario, che
li ha denunciati.
"Sono rimasti traumatizzati e impauriti da questa vicenda. Il
più piccolo, che fa la quarta elementare, pur consapevole di
aver fatto una marachella, tutto si aspettava tranne che questa
convocazione di fronte ai carabinieri, che ci tengo a dire sono
stati squisiti, hanno avuto una grande sensibilità, lo hanno
rassicurato quando si è messo a piangere", ha aggiunto il
legale.
"Il collega - ha spiegato il procuratore per i minorenni
Silvia Marzocchi, interpellata sul caso - mi ha riferito che si
trattava di un brutto fatto di invasione con atti vandalici, che
l'interrogatorio serviva per raccogliere elementi su altri
correi, e per far comprendere la gravità del fatto. Segnalo che
l'interrogatorio è prima di tutto uno strumento di difesa, che
c'è la possibilità di non presentarsi e che la polizia
giudiziaria è formata per trattare con i minori. Segnalo anche
che la Cassazione impone le indagini anche nei confronti dei non
imputabili, che hanno diritto a proscioglimenti nel merito
anziché la dichiarazione di non imputabilità".
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