Una vita "specchiata" con una forte "impronta religiosa, sia in ambito familiare che lavorativo". I familiari di Mario Meneguzzi, lo zio di Emanuela Orlandi tirato in ballo alcuni giorni fa da organi di stampa su un presunto ruolo nella vicenda legato a molestie alla sorella della ragazza scomparsa a Roma nel 1983, fanno quadrato e respingono le "insinuazioni" che definiscono "false, infondate e di portata diffamatoria" tanto da avere dato mandato al loro legale di prendere in esame quanto diffuso, al fine di verificare eventuali profili di illecito per offesa alla memoria di Mario e di agire di conseguenza per la tutela della sua immagine". Lucia Orlandi, moglie di Meneguzzi, morto nel 2009, e i figli Giorgio e Monica, rompono il silenzio e pongono una serie di paletti su quanto emerso in questi ultimi giorni.
"La gravità delle insinuazioni è pari solo alla falsità"
"In questi giorni - affermano - sono apparse ricostruzioni giornalistiche nelle quali sono state fatte allusioni più o meno esplicite sulla figura di Mario, paventando una sua dubbia moralità e, addirittura, un possibile coinvolgimento nella scomparsa della povera Emanuela. Si è tentato persino di mettere in relazione la sua immagine con quella di un identikit relativo ad una persona che sarebbe stata vista con lei il giorno della scomparsa. La gravità delle insinuazioni - sostengono - pari solo alla loro falsità, infondatezza e portata diffamatoria, ci impone di uscire da quel riserbo che ha contraddistinto il nostro operato e il nostro stile di vita". Per i suoi familiari, Meneguzzi ha sempre "condotto una vita specchiata" e ne può "dare ampia testimonianza sia il contesto lavorativo che lo ha visto operare per tanti anni nella gestione dei servizi di caffetteria presso la Camera dei Deputati".
Il ricordo di 40 anni fa e la scomparsa di Emanuela Orlandi
Per la vedova e i figli "le assurde allusioni che tentano di infangare la sua memoria per non meglio identificati scopi - verosimilmente connessi alla vicenda di Emanuela - fanno particolarmente male a chi con lui ha vissuto e lo ha ben conosciuto". I Meneguzzi, assistiti dall'avvocato Maurizio Bellucci, spiegano di avere "sempre avuto un forte legame con il cognato Ercole Orlandi, papà di Emanuela, e la sua famiglia". Sul punto ricordano che decisero di sposarsi lo stesso giorno, nel giugno del 1956, per poi "partire sempre insieme per il viaggio di nozze. Ancora insieme hanno festeggiato le nozze d'argento nel 1981".
La memoria torna al giugno di 40 anni fa. "Ercole chiese a Mario già la sera della scomparsa raggiungendolo al telefono mentre si trovava con la famiglia a Torano luogo di vacanza dove abitualmente si recava, un sostegno per cercare di affrontare un problema terribile e incomprensibile. Mario ha offerto tutte le sue energie senza mai tirarsi indietro e se è intervenuto, lo ha fatto sempre e solo su richiesta e in accordo con Ercole per dare, per come gli era possibile, un sostegno familiare tra persone, si ripete, molto unite tra loro. Tutto il resto sono solo calunnie", concludono.
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