Quanto sta accadendo oggi in Israele e in Palestina è "qualcosa che ti porta a un tempo lontano, che io credevo non avrei vissuto più, che la vita mi aveva portato false speranze". Lo ha detto la senatrice Liliana Segre, ospite alla trasmissione "Che tempo che fa" su Nove.
"Oggi è molto difficile non avere paura, però è più forte di me, io - ha sottolineato - voglio essere libera e non avere paura, questa è l'eredità morale che lascio ai miei figli e ai miei nipoti".
"Quando mi hai invitato a venire qua - ha spiegato la senatrice - tutto questo era inimmaginabile, perché parliamo di uno, due mesi fa. Di una cosa sono rimasta sempre fissata che volevo dire in trasmissione: io che da vecchia, ora adesso sono vecchissima, ma ero già molto vecchia quando sono entrata in Senato, ho subito pensato che quello che volevo lasciare di me di bello, di morale, di interessante, era quella commissione di cui io sono Presidente, che per fortuna è stata rinnovata anche nella nuova legislatura, contro l'incitamento all'odio".
"Se una commissione parte con questo principio - ha proseguito - e ascolta tutte le voci che si palesano poi per partecipare come audizioni alla commissione, uno si chiede se è un'utopia, un sogno. Quando ti capita di essere viva e di vedere, sentire anche cinque minuti fa quello che sta accadendo in quel mondo, in cui ti auspichi che non ci sia l'incitamento all'odio. Allora è tutto inutile, quelle utopie che si sono presentate negli anni (…), allora altro che incubo, delusione, disperazione. Che speranze ci sono per una nonna come sono io dopo aver visto quello che è successo a bambini colpevoli solo di esser nati? È qualcosa che ti porta a un tempo lontano, che io credevo non avrei vissuto più, che la vita mi aveva portato false speranze".
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