"Il 18 marzo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo la Polizia Penitenziaria ha detto: 'Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti'. Non si fa più in tempo a enumerare i casi di suicidio che si è costretti a aggiornarne l'agghiacciante elenco. Uno stillicidio insopportabile, come la sensazione di inadeguatezza delle attività di prevenzione. E' più che mai doveroso analizzare il fenomeno del sovraffollamento ribadendo, ancora, l'impellente necessità di interventi urgenti". E' l'appello lanciato dai garanti territoriali delle persone private della libertà personale al Parlamento e al ministro di Giustizia.
I garanti spiegano che "la maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali esce solo nelle 'ore d'aria'. Questa è una violazione dei principi della Carta costituzionale e dell'Ordinamento penitenziario. Tale situazione non è insuperabile. È necessario riempire di senso il tempo della detenzione, offrendo più attività culturali, lavorative, sportive e ricreative. Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche più colloqui, telefonate, videochiamate. E' necessario personale specializzato (psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici) che dia ascolto ai detenuti e ne riesca a cogliere le ragioni di intollerabile sofferenza".
Un accento è posto sulla necessità di "un maggior numero di misure alternative alla detenzione. In effetti, sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione. Chiediamo dunque a tutti i Parlamentari norme specifiche e urgenti, e al Ministro di Giustizia provvedimenti concreti in tempi rapidi, in aderenza con le parole del Presidente della Repubblica. Sollecitiamo i parlamentari (nazionali ed europei), i consiglieri regionali e comunali e i magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità e frequenza, perché, anche oggi - come scriveva Piero Calamandrei - 'i suicidi sono il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere".
In 32 anni 1.754 suicidi in carcere, nel 2024 sono già 31
Un appuntamento davanti alle carceri italiane domani per lanciare un appello contro i suicidi in cella. I garanti territoriali italiani delle persone private della libertà personale scandiranno ad alta voce i nomi dei 31 suicidi avvenuti nel 2024 e delle morti per altre cause, come malattia, overdose, omicidio e cause da accertare, oltre i nomi degli agenti penitenziari che si sono tolti la vita. Oggi ad annunciare l'iniziativa sono stati Stefano Anastasìa, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale del Lazio e Valentina Calderone, garante di Roma davanti al carcere di Regina Coeli, a Roma.
"In 32 anni sono morti suicidi 1.754 detenuti - spiega Valentina Calderone - Negli stessi anni per malattia, overdose, omicidio, cause da accertare ne sono morti 2.912. Il totale è un numero impressionante, si parla di 4.686 persone detenute morte". "Iniziamo una campagna di sensibilizzazione che andrà avanti fino a che non ci saranno risposte - spiega Anastasìa - Non possiamo permetterci di avere questi livelli di sovraffollamento in estate. Qui a Regina Coeli, per fare un esempio, ci sono 1.151 detenuti per 628 posti, il doppio. In Italia a fronte di 48.000 posti nelle carceri ci sono 61.000 detenuti". All'appello che verrà lanciato domani hanno aderito tutti i garanti italiani.
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