Ambasciate, luoghi diplomatici, università e accademie statunitensi sono gli obiettivi sensibili che tornano in cima alla lista dei target più esposti in queste ore dopo l'attentato all'ex presidente americano Donald Trump, ricandidatosi alle presidenziali Usa. Il dispositivo di sicurezza è ai massimi livelli, come già dal 7 ottobre scorso, giorno dell'attacco di Hamas a Israele. Stavolta si punta a scongiurare che qualsiasi luogo rappresentativo degli Stati Uniti possa finire nel mirino di qualche fanatico che potrebbe emulare il gesto di Thomas Matthew Crooks, il ventenne che ha sparato al tycoon durante un suo comizio in Pennsylvania con un fucile d'assalto semiautomatico, prima di essere ucciso dai cecchini del 'secret service'.
Secondo la lista aggiornata dal Viminale, i luoghi più esposti sono 250 e il sistema preventivo di monitoraggio continua a lavorare a pieno regime, mantenendo l'obiettivo focalizzato sul fronte dell'estremismo, considerando che in generale i posti attenzionati in Italia sono oltre 28mila.
Nel caso di situazioni sospette non si può escludere che vengano effettuate bonifiche o verifiche specifiche, anche nei luoghi di ritrovo di comunità americane nelle principali città italiane e laddove possano eventualmente nascere spontaneamente manifestazioni pro-Trump - sono note quelle di orgoglio repubblicano incentrato sullo slogan 'make America great again' - esposte poi al rischio di eventuali tensioni causate da qualche malintenzionato nella delicata situazione di queste ore.
Tra i sostenitori di Trump nel nostro Paese, almeno durante la sua prima campagna elettorale che lo portò a vincere le presidenziali nel 2017, si erano create varie associazioni che avevano come punto di riferimento virtuale vari gruppi social come 'Italiani per Trump', 'Italians 4 Trump' e soprattutto 'Trump Italia', quest'ultimo sostenuto virtualmente da quasi 18mila persone, ma a quanto pare non più particolarmente attivo dal 2021.
E resta il controllo delle 'piazze digitali', con i riflettori su gran parte dei soggetti e luoghi di propaganda online dove si diffonde odio di qualsiasi tipo, a partire dalle fake news, come quella diffusa dagli haters del cronista sportivo Marco Violi, la cui immagine è stata per ore associata a quella dell'attentatore di Trump. Violi ha già annunciato che denuncerà tutti, chi ha inventato la notizia e chi l'ha ripresa, e la polizia postale potrebbe presto arrivare ai responsabili.
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