''Purché mamma non sappia dove mi trovo'', prega dal fronte Arcangelo Sperduti. ''Se cadrò, non abbiate lacrime per me'', lascia scritto l'eroe Mario Fusetti.
Mentre Eugenio Mastella al quale è stato affidato il compito di cuoco, dopo Caporetto batte in ritirata facendo attenzione a non perdere pentole e padelle.
Ritrovati, digitalizzati e minuziosamente catalogati nei mesi scorsi durante i Collection Day organizzati per il progetto Europeana 1914-1918 - il sito che riunisce materiale proveniente dalle biblioteche e dagli archivi di tutto il mondo ai ricordi e cimeli delle famiglie d'Europa - migliaia di documenti, lettere, fotografie, oggetti, cimeli, raccontano una storia della Grande Guerra spesso diversa dai resoconti ufficiali. Una storia vera, fatta di emozioni e di eroismi, di patriottici sentimenti e di ricerca della 'bella morte'. Ma intessuta anche di drammi e di paure, delle quotidianità e delle sofferenze, spesso atroci, dei tanti che da quel conflitto vennero travolti.
- LA LETTERA TESTAMENTO DELLO ZIO AL FRONTE: Aprile 1916, Arcangelo Sperduti, che viene da un paesino della Ciociaria, è in trincea sull'Isonzo e ha paura di non tornare più da quel campo di battaglia dove ''le granate scoppiano da tutte le parti''. Ha solo 25 anni ma è già vedovo e padre di un bambino di 3 anni. ''Dalle ultime cartoline inviate in questi giorni avrai potuto accorgerti che non sono più in posti sicuri'', premette al fratello al quale chiede di fare in modo che la madre ''non sappia con precisione dove mi trovo per non allarmarla''. La sua si rivelerà una facile premonizione: ferito in battaglia, Arcangelo morirà in prigionia, sepolto poi insieme a tanti altri nel sacrario militare di Redipuglia (Go).
Ritrovate dalla nipote Romana, quelle pagine sgualcite, fitte di una calligrafia ordinata e minuta, sono ora nel grande archivio digitale di Europeana 1914-1918
- IL SASSO DI STRIA, LE MEMORIE DEL SOLDATO ARMANDO MONTANARI: Classe 1984, arruolato nell'81esimo reggimento di Fanteria, Armando Montanari fu uno dei 15 volontari che nella notte fra il 17 e il 18 ottobre del 1915 si offrirono volontari per ''un'azione di ardimento'' per conquistare il Sasso di Stria.
Ferito ad una spalla fu insignito di una medaglia al valore con i commilitoni superstiti. Il suo comandante, Mario Fusetti, morì in battaglia e ebbe la medaglia d'oro. Tornato a casa, Armando raccolse in un album i suoi ricordi. Una pagina è dedicata alla ''lettera testamento dell'eroe'', Fusetti che raccomanda al padre e ai parenti di non versare lacrime per la sua morte e chiede che il suo corpo venga lasciato, ''là dove è caduto''.
-LA GUERRA BIANCA SULL'ADAMELLO: ''La nebbia comincia a farsi fitta, fa freddo, siamo a 1 grado sopra lo zero'', annota sul retro di una foto cartolina il tenente Giuseppe Maria Stegagno.
L'album dei suoi ricordi racconta con immagini uniche la Guerra Bianca sull'Adamello. Un reportage fotografico ricco di aneddoti sulla vita quotidiana dei soldati, fotografie di armamenti e battaglie, percorsi e strategie di guerra.
- PER RICORDO UN BOSSOLO INCISO: L'ufficiale Ivan Coen, di Rovigo, apparteneva al 32esimo reggimento. Nel 1917 sulla Forcella della Giralba subì il congelamento di entrambi i piedi.
I suoi soldati, con un chiodo, incisero per lui un bossolo 'ricordo' con stelle alpine e raffigurazioni della montagna. - IL CUOCO DI CAPORETTO: Eugenio Mastello, classe 1876 , aveva l'incarico di cucinare per la truppa. Dopo lo sfondamento della linea a Caporetto , prese parte alla ritirata dovendosi portare appresso pentole, tegami e mestoli. La guerra era fatta anche di questo, ricorda oggi la nipote Franca Mastella affidando all'archivio collettivo le foto del nonno sorridente in divisa, ''piccole imprese, forse non eroiche ma comunque utili''.
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