Anticipiamo un brano dal nuovo romanzo di Roberto Saviano, 'Bacio feroce', in libreria dal 12 ottobre, per gentile concessione della Feltrinelli (Copyright 2017 Roberto Saviano Giangiacomo Feltrinelli editore Milano). Nel libro lo scrittore torna a raccontare i ragazzi dei nostri giorni feroci, disillusi dalle promesse di un mondo che non concede niente, tantomeno a loro.
"Ogni bacio però è a sé, come i cristalli di neve. Non è solo questione di come viene dato, ma come sorge: l'intenzione che lo nutre, la tensione che lo accompagna. E poi come viene ricevuto o respinto, con quale vibrazione - d'allegria, di eccitazione, di imbarazzo - si accoglie. Un bacio che scocca nel silenzio o distratto dal rumore, bagnato di lacrime o compagno di risate, pizzicato dal sole o nell'invisibile del buio.
I baci hanno una tassonomia precisa. Quelli dati come un timbro, uno stampo di labbra sulle labbra. Bacio passionale, bacio ancora acerbo. Gioco immaturo. Dono timido. I suoi antagonisti: baci chiamati "alla francese". Le labbra si incontrano solo per dischiudersi: uno scambio di papille e nodi, di umori e carezze con la polpa della lingua, nel perimetro della bocca presidiata dall'avorio dei denti. I suoi opposti sono i baci materni. Labbra che s'imprimono sulle guance. Baci d'annuncio di quanto seguirà subito dopo: l'abbraccio stretto, la carezza, la mano in fronte per misurare la febbre. I baci paterni sfiorano gli zigomi, sono baci di barba, pungenti, segno fugace d'avvicinamento.
Poi ci sono i baci di saluto che sfiorano la pelle, e i baci rattusi impressi di soppiatto, piccoli agguati bavosi che godono di un'intimità furtiva.
I baci feroci non sono classificabili. Possono sigillare silenzio, proclamare promesse, impartire condanne o dichiarare assoluzioni. Ci sono i baci feroci che sfiorano appena le gengive, altri che si spingono quasi in gola. Eppure i baci feroci occupano sempre tutto lo spazio possibile, usano la bocca come accesso. La bocca è solo la pozza in cui immergersi, per scovare se c'è anima, se c'è davvero altro a rivestire il corpo oppure no - il bacio feroce è lì a scandagliare quell'abisso insondabile o a incontrare un vuoto. Il vuoto sordo, buio, che nasconde.
C'è una vecchia storia raccontata tra i neofiti della barbarie, se la passano gli allevatori clandestini di cani da combattimento: creature disperate, loro malgrado devote a una causa di muscoli e di morte. Narra, quella leggenda priva di riscontri scientifici, che i cani da combattimento vengano selezionati alla nascita. Gli addestratori studiano la cucciolata con gelida insofferenza. Non si tratta di scegliere chi sembra possente, ignorare chi appare troppo magro, prediligere chi scaccia la sorella dalla tetta o individuare chi punisce il fratello ingordo. La prova è un'altra: l'allevatore strappa il cucciolo dal capezzolo prendendolo per la collottola e agita il musetto vicino alla sua guancia. La maggior parte dei cuccioli gliela lecca. Ma uno - quasi cieco, ancora sdentato, le gengive abituate solo al morbido della madre - tenta di mordere.
Vuole conoscere il mondo, vuole averlo sotto i denti. Quello è il bacio feroce. Quel cane, maschio o femmina che sia, sarà allevato da combattente.
Esistono i baci e poi i baci feroci. I primi si fermano entro il confine della carne; i secondi non conoscono limiti. Vogliono essere ciò che baciano.
I baci feroci non vengono dal bene né dal male. Esistono, come le alleanze. E lasciano sempre un sapore di sangue".
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