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Armageddon Time, crescere ribelli negli anni di Reagan

Armageddon Time, crescere ribelli negli anni di Reagan

In sala il film di Gray con cast stellare da Hopkins a Hathaway

ROMA, 17 marzo 2023, 18:56

Redazione ANSA

ANSACheck

Armageddon Time - RIPRODUZIONE RISERVATA

Armageddon Time - RIPRODUZIONE RISERVATA
Armageddon Time - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' un coming-of-age, una bella storia di formazione e crescita personale in America durante gli anni '80, quella che ha come protagonista Paul, un ragazzino di dodici anni che dovrà confrontarsi con le contraddizioni di una società in cui dilagano razzismo e discriminazioni. E' ARMAGEDDON TIME - IL TEMPO DELL'APOCALISSE di James Gray, che dopo gli applausi al Festival di Cannes e ad Alice nella città, arriva in sala con Universal dal 23 marzo con un cast eccellente, con Oscar Isaac, Anne Hathaway, Anthony Hopkins, Robert De Niro, Cate Blanchett, Banks Repeta e Jeremy Strong.

Il regista Gray è nato a New York nel 1969 proprio come il protagonista di questo film, Paul Graff (Banks Repeta), adolescente negli anni Ottanta nel Queens. Si tratta (un vero e proprio trend cinematografico recente, se pensiamo a The Fabelmans di Spielberg ad esempio) di un film che parte dalla biografia ed è nello stile che contraddistingue il regista de I Padroni della notte, tra classico e indie. In un cast stellare su tutti la presenza di un 85enne Anthony Hopkins in versione nonno che tutti vorrebbero avere e con una filosofia che si può così sintetizzare: "Il mondo è un brutto posto in cui a vivere però ce la si può fare". Anne Hathaway interpreta una donna della classe operaia americana, ebrea e di origine ucraina, nella New York del 1980, mamma di Paul Graff, il figlio 'ribelle' di Armageddon Time. E' una storia profondamente immersa nel tempo che racconta, con dinamiche familiari che risentono di quegli anni, una moglie 'succube', un marito con il complesso d'inferiorità per la propria classe sociale, violento nel rapporto con i figli, una famiglia d'origine sopravvissuta all'Olocausto dall'Ucraina e molto legata alle tradizioni. "Mia suocera ha ispirato i momenti più belli del mio personaggio. Era semplicemente la più grande madre ebrea che abbia mai visto - aveva detto l'attrice a Cannes - ha vissuto la vita delle famiglie a basso reddito in quell'epoca. Io ho cercato di fare una cosa: catturare la profondità di quell'amore e quella connessione".

Armageddon Time, nel raccontare la crescita di questo ragazzino che i genitori vorrebbero al college, una scuola privata costosa che fa il tifo per Reagan e dove potrebbe avere un upgrade sociale, mentre lui ha vocazione di artista e stringe un legame con un ragazzino orfano nero mettendosi nei guai, osserva un passato che secondo il regista è anche all'origine del mondo inguaiato di oggi. "Sono i miei ricordi - ha spiegato James Gray - di quando avevo 12 anni, avevo il mito di Muhammad Ali. Ronald Reagan è diventato presidente degli Stati Uniti e ho sentito i miei genitori, mia madre dire: ci porterà ad una guerra nucleare, ad un Armageddon Time. E guardiamo ad oggi, non solo per la guerra, ma per l'aumento della disuguaglianza, siamo in una fase avanzata di capitalismo e ad una decadenza terminale per gli Stati Uniti, e tutto è iniziato intorno al 1979-1980, anni che sono un punto di svolta nella storia".

La storia è un rimando anche alla biografia di Gray, di famiglia ebrea di origine ucraina, con un vissuto di sofferenza che si porta dentro e il suo primo film, già bello, fu Little Odessa che vinse a Venezia nel '94 il Leone d'argento per la regia e la Coppa Volpi per l'attrice non protagonista. E poi, sempre nel film, tutti i temi dell'epoca: razzismo, corsa allo spazio, politica (in un cameo c'è Cate Blanchett nei panni della sorella di Donald Trump), aspirazioni e principio di realtà e tutto questo negli anni del boom del dopoguerra e all'alba di una nuova era. Tutto ruota intorno a questo inquieto ed esile ragazzino di nome Paul Graff che ama l'arte astratta (su tutti Kandinsky) e che ha un fratello più grande, un tipico padre conformista dell'epoca (Jeremy Strong) che si aspetta con il figlio uno scatto sociale e una madre protettiva (Anne Hathaway). Paul si ritrova come amico del cuore più che vivace Johnny (Jaylin Webb), un compagno di classe orfano, ostracizzato a scuola per il colore della pelle (è l'unico afro-americano). Con lui vivrà le sue piccole necessarie trasgressioni. D'altronde Paul si crede protetto da sua madre, anche perché rappresentante dei genitori della sua classe, e da suo nonno pieno di saggezza e che gli racconta sempre di come la sua famiglia ebrea se la sia cavata durante la Shoah. Ma un brutto giorno un incidente vede coinvolti entrambi gli adolescenti e Paul viene mandato in una scuola privata, dove il consiglio è presieduto dal padre di Donald Trump. Lì dovrà mettere la cravatta e conoscere ancora meglio lo spirito di certa America, ovvero il suo elitarismo e razzismo più autentico. Per fortuna sullo sfondo c'è la musica dei The Clash.

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