SAM WASSON, IL GRANDE ADDIO-
CHINATOWN E GLI ULTIMI ANNI DI HOLLYWOOD (JIMENEZ EDIZIONI, PP
400, EURO 20). Sarà nelle librerie italiane il 15 aprile 'Il
grande addio' di Sam Wasson, un saggio che si legge come un
romanzo sulla lunga genesi e la tormentata realizzazione del
film 'Chinatown' di Roman Polanski e su Hollywood nella sua
stagione più ribelle, avventurosa e creativa.
Subito considerato, alla sua uscita negli Stati Uniti nel 2020,
come uno dei migliori libri sul mondo del cinema, il libro,
pubblicato da Jimenez Edizioni nella traduzione di di Gianluca
Testani, vede protagonisti oltre a Polanski - che stava
cercando di elaborare il lutto per la tragica morte di sua
moglie, Sharon Tate - Jack Nicholson, qui per la prima volta
impegnato in un ruolo da protagonista, Robert Evans, il
visionario produttore che aveva ridato linfa all'agonizzante
Paramount, Robert Towne, l'angosciato sceneggiatore che voleva
scrivere la storia della sua vita e non vincere un Oscar e però
lo avrebbe vinto.
Nel celebrare 'Chinatown', Wasson ne 'Il grande addio' reinventa
anche un genere narrativo, più vicino alla letteratura che alla
cronaca saggistica, così come il grande film del 1974 di
Polanski aveva reinventato un genere cinematografico, da noir a
neonoir.
Autore di sei libri, tra cui Fosse e Fifth Avenue,
Wasson, ci guida dentro la testa fratturata
di un Polanski bambino nel ghetto di Cracovia e adulto davanti
alla porta insanguinata della villa di Cielo Drive, negli abiti
ben stirati di Jack Nicholson, un uomo senza padre e con troppe
donne destinato a grandi imprese, nell'inquieta frenesia di
Robert Towne, che contemporaneamente a Chinatown scriveva due
storici film di Hal Ashby, nella residenza di Robert Evans,
Woodland, dove tra le fontane della piscina, le ragazze in
bikini e le orchidee sempre fresche si faceva la storia del
cinema. E ci porta nella "nascita" di Los Angeles, avvenuta
sulle macerie degli abusi di potere, della corruzione, della
guerra dell'acqua, dell'addomesticamento del deserto e
dell'imboscamento dei segreti più terribili, uno dei quali - il
più terribile di tutti - è il motore che fa girare Chinatown a
un ritmo mai più eguagliato.
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